Como: due anni di vita
rubati dalla pandemia

Lo studioL’aspettativa si è accorciata a causa dell’aumento della mortalità dovuto al coronavirus. Gli uomini comaschi sono sulla media regionale, le donne invece vivranno più delle altre lombarde

Il Covid accorcia l’aspettativa di vita e fa registrare, in alcune province italiane, un salto indietro ai livelli di 15 anni fa. A Como si parla di 1,20 anni in meno per le donne e 2,60 anni in meno per gli uomini; post pandemia l’orizzonte di vita atteso per la popolazione femminile è in media di 84,4 anni e per quella maschile di 79,1. Facendo una media fra uomini e donne, i comaschi perdono quasi due anni di vita.

Sono questi i dati che emergono da un’inchiesta de Il Sole 24 Ore, pubblicata ieri, che si muove lungo la penisola, analizzando gli effetti del virus sull’andamento demografico.

Le differenze in base all’appartenenza geografica sono marcate e rispecchiano la mappatura dei contagi che si sono registrati nel corso di questi mesi.

Per quanto riguarda la Lombardia i dati risultano impressionanti: gli uomini infatti vedono accorciata in media di 2,70 anni la loro aspettativa di vita, che ora è scesa a 78,8 anni, mentre per le donne c’è un calo di poco più di due anni con un’età attesa di 83,8 anni e mezzo. Rispetto alla media regionale quindi le donne comasche hanno un decremento molto basso dell’aspettativa di vita, mentre gli uomini si attestano poco sotto la media lombarda. Il quadro elaborato dal centro studi Nebo è quantomeno preoccupante, soprattutto perché va a incrociare il tasso di mortalità con quello di natalità, tratteggiando una situazione in cui gli uomini sono stati i più colpiti dal Covid e dove ci si muove verso una progressiva contrazione delle nascite, legata anche alla crisi economica e del lavoro che stiamo vivendo. È come se il calo delle nascite e l’eccesso di mortalità del 2020 (+21% rispetto alla media 2015-2019 tra marzo e dicembre, pari a 108.178 decessi) avessero bruscamente ridotto l’orizzonte di vita degli italiani, riportando indietro nel tempo la durata media stimata alla nascita, agli stessi livelli registrati nel 2012 se si guarda alla media nazionale, oppure a quelli del 2005 per le donne in Lombardia.

La Lombardia è la regione più penalizzata, in misura direttamente proporzionale all tributo pagato alla pandemia. E la Provincia di Como, tra le lombarde, è una delle più penalizzate se si ragiona in termini di aspettativa di vita, il primato negativo vede in testa Cremona con addirittura 5 anni in meno di vita per gli uomini e 3,20 per le donne, seguita da Lodi (-4,90 anni degli uomini contro i -3,10 delle donne) e da Bergamo (-4,60 contro i 3,30 anni). A Milano il dato è leggermente più incoraggiante, ma di pochissimo rispetto al Comasco. Il Sole 24 Ore sostiene che stiamo vivendo un vero e proprio choc demografico, paragonabile solo a quello successivo alle grandi guerre, periodi in cui l’aspettativa di vita era calata notevolmente.

La speranza di vita comincia a rendersi concreta quando si calano i numeri nella realtà: il parametro viene spesso utilizzato per l’attuazione delle politiche di welfare e in questi casi le differenze territoriali, insieme a quelle per condizione socio-economica, non possono essere ignorate, se non si vogliono tradurre in disuguaglianze. Alla speranza di vita è connessa la determinazione dell’età pensionabile, così come le stime sull’andamento della spesa sanitaria pubblica e sui fabbisogni di assistenza sociale. Adesso, per capire se il tracollo demografico (sintetizzato dalla speranza di vita) verrà riassorbito una volta finita l’emergenza sanitaria, è necessario aspettare di conoscere l’impatto reale della mortalità nel lungo periodo.
Laura Mosca

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