Como, in due mesi
morti Covid raddoppiati

A inizio novembre le vittime del Coronavirus in città erano poco più di cento.Ieri il totale era di 212. La seconda ondata ci ha travolti fin dall’inizio: a ottobre un incremento di decessi in 26 comuni ben oltre il 110%

Se è vero che novembre e dicembre sono stati i mesi più tragici sul fronte delle vittime del virus, i numeri ufficiali Istat sui decessi comune per comune testimoniano che la seconda ondata ha travolto la nostra provincia già a cominciare da ottobre.

Accanto alle storie di chi è stato colpito dal virus e che, quotidianamente, raccontiamo, i numeri aiutano a demolire lo scetticismo dei negazionisti. E sono i numeri non già del ministero alla Saluto e dell’assessorato regionale al Walfare, bensì quelli sull’andamento demografico elaborati dall’Istat. Nel grafico qui accanto è riportato l’andamento dei decessi registrati dalle anagrafi dei Comuni lariani nei mesi Covid: da marzo a fine ottobre, quando la seconda ondata ha iniziato a riempire gli ospedali. Ebbene, già analizzando questi numeri - in attesa di quelli di novembre e dicembre, che si preannunciano tragici - si ha un quadro di quanto sia costato, in termini di vite umane, il virus per i nostri paesi.

Iniziamo dalla fine, ovvero dal mese di ottobre. Dove balzano all’occhio incrementi clamorosi in diversi comuni dei morti di quest’anno rispetto alla media del mese di ottobre dei cinque anni precedenti. Ad esempio Oltrona San Mamette, con un aumento di decessi del 650% o Alserio (566 %) e Anzano del Parco (400%). Nel mese in cui la seconda ondata ha iniziato a travolgere tutto e tutti, ben 26 comuni comaschi hanno registrato un incremento più del doppio delle vittime. Oltre a quelli già citati: Albiolo, Beregazzo con Figliaro, Castelnuovo Bozzente, Claino con Osteno, Colverde, Corrido, Erba (ben 27 vittime, con un aumento di oltre il 100% rispetto al quinquennio precedente), Eupilio, Fenegrò, Garzeno, Grandola ed Uniti, Lipomo, Moltrasio, Novedrate, Pigra, Rovellasca, Senna Comasco, Valbrona. Nei comuni di Briennio, Argegno, Laino, Plesio e Veniano le percentuali sono addirittura quadruplicate.

C’è poi il dato che riguarda la città di Como e che, se analizzato anche alla luce dei numeri contabilizzati come decessi ufficiali da Covid, fa capire che la tragedia vera, in termini di vite umane, si è fatta sentire soprattutto tra novembre e dicembre. A fine ottobre i morti complessivi nel capoluogo da inizio gennaio erano 959, centodieci in più rispetto alla media del periodo dei cinque anni precedenti. Nella giornata di ieri il conto dei decessi Covid complessivo in città è arrivato a ben 212 vittime: tradotto i morti per il virus a Como sono raddoppiati negli ultimi due mesi. O, se preferite, a novembre e dicembre si è registrato lo stesso numero di vittime per il coronavirus degli otto mesi precedenti.

Tornando ai dati Istat, da segnalare che al 31 ottobre i comuni che avevano pagato lo scotto più grande in termini di vite umane sono stati Castelnuovo (+100%), Colonno (+300%), Cusino (+130), Zelbio (+250%) e Schignano (+89%). Ma ci sono anche trenta comuni dove il virus non ha affatto colpito e dove, anzi, i decessi sono diminuiti.

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