Como: in fila per entrare
e si prova la febbre,Negozi, è tutto ok

In centro tornano i clienti nel primo giorno di apertura. Esercenti soddisfatti: «Partiamo con il piede giusto»

Se, com’è vero, le vetrine contribuiscono a costruire l’identità di una città, ieri, per la prima volta, le strade di Como assomigliavano a quelle prima del coronavirus.

Sebbene non tutti abbiano fatto la stessa scelta, appena possibile, diversi esercizi commerciali hanno deciso di alzare di nuovo le saracinesche. «La voglia era tanta – commenta Filippo Butti del negozio di calzature in via Luini – al momento, abbiamo riaperto solo il punto vendita del centro, vedremo come va nei prossimi giorni. Come altri negozi comaschi, stiamo proponendo promozioni e sconti: l’obiettivo è invogliare i nostri concittadini a spendere negli esercizi comaschi. Abbiamo lavorato anche online, soprattutto con i prodotti per i bambini. Ma abbiamo già fatto le nostre prime vendite dal vivo. Da parte delle persone, la voglia c’è. Io sono fiducioso: da tutta questa situazione verremo fuori insieme e più forti».

Senza autocertificazione

Complice la possibilità di girare per la città senza l’autocertificazione, le persone a spasso in città murata erano tante. Purtroppo, passano i giorni e le mascherine si abbassano sempre più sotto il mento. Un comportamento sbagliato e da correggere subito, per proteggere al meglio noi stessi e gli altri.

Da Tiger in via Cinque giornate alcune persone aspettano fuori il proprio turno. All’ingresso, una commessa controlla la temperatura tramite scanner a ogni cliente e conta gli ingressi. Il numero massimo consentito all’ingresso è 18, lavoratori compresi. L’afflusso è già numeroso.

Fra le misure fissate dalla Regione, ci sono i guanti monouso all’ingresso da dare ai clienti in modo da poter toccare la merce in sicurezza. Si può provare nei camerini entrando uno per volta, indossando sempre guanti e mascherina, e non sarà necessario sanificare la merce. C’è il contingentamento degli ingressi a seconda delle dimensioni dei negozi, un solo cliente per volta nei locali da 25 metri quadrati

«Abbiamo cominciato col piede giusto», spiega Paolo Monti, “Monti 2003” di via Vittorio Emanuele, specializzato in accessori e abbigliamento per uomo e donna. «Ci ha fatto molto piacere vedere le persone felici della riapertura – aggiunge - in diversi hanno fatto i complimenti, ci hanno incoraggiato e hanno usato belle parole. Abbiamo sanificato prima di aprire. Le norme sanitarie e d’igienizzazione, però, esistevano anche prima, è bene sottolinearlo».

Insomma, l’inizio è stato positivo. Ma, per avere contezza del livello di affari, è necessario aspettare qualche giorno, una volta svanita anche l’euforia della ripartenza.

I controlli

Ieri pomeriggio ha riaperto anche la Coin di via Boldoni. All’ingresso, la temperatura dei clienti viene segnata da un tablet in grado anche di rilevare i volti e verificare anche la presenza della mascherina correttamente indossata sul volto. Una volta superato lo step, c’è il gel igienizzante da usare sulle mani e i guanti. Un cartello invita i clienti a ridurre al minimo la prova dei vestiti. La procedura è regolata da un’addetta all’ingresso. I clienti in attesa, invece, si mettono in fila pazientemente sotto i portici.

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