Como: rabbia del gestore del canile
«Nel weekend tanti abbandoni»

Dopo la fine del lockdown tanti portano il cane fuori dal Comune di residenza e lo lasciano lì indisturbati

Se partiamo, o ripartiamo così, non va per niente bene. Anzi va proprio male. Il primo weekend di liberi tutti è un bollettino di guerra per gli operatori del canile sanitario della Valbasca. Il telefono squilla di continuo. Un terranova vagante per strada a Lomazzo, un cane recuperato nei boschi sopra Canzo, in località Gajum, uno fuggito da un cortile a Caglio. Recuperi anche a Como.

Ci sono proprietari che il cane lo perdono quattro o cinque volte al mese. Sarà un caso? Gli operatori spesso intervengono in contesti non semplici, basti pensare a quando si avventurano nelle valli dell’alto lago o peggio ancora in piena città, incrociando le dita che l’incidente stradale non sia dietro l’angolo. Intanto si lavora su chiamate incessanti che non fanno che sottolineare la poca cura da parte dei padroni dei loro animali. Quel cancello chiuso male prima di scappare a fare l’aperitivo post-Covid-19, che poi tanto post ancora non è, è lì tutto da vedere. E poi ci sono loro. L’emblema di quanto poco la pandemia ci abbia cambiati nell’amore verso le altre specie viventi e la natura. Mamma e ben sette cuccioli. Abbandonati. Marco Marelli, che gestisce il canile della Valbasca e si occupa dei recuperi, su segnalazione anche di Ats, non ha parole, ma tanta rabbia. «Siamo andati a prenderli da Como a Mariano Comense. Erano in un prato, dietro la Cascina Belvedere. Non è un caso che l’abbandono sia avvenuto a quarantena terminata. La gente si è sentita libera di iniziare a muoversi, anche fuori Comune, dove trovare i luoghi più indisturbati per compiere atti indegni, come scaricarsi la coscienza da una famiglia di cani. Eppure il cane prima serviva per scendere sotto casa a fare la passeggiata e per scrivere il motivo sull’autocertificazione».

I cuccioli sono bellissimi, pelo nero corto, occhi vispi. Cresceranno. Di sicuro una taglia mezzana. Adesso sono a Como, dove resteranno dieci giorni, e poi saranno adottabili, direttamente in canile a Mariano Comense. Quello che preoccupa di più è il futuro della loro mamma. Serve qualcuno che se ne innamori e la porti via dal rifugio, così come avverrà per i suoi piccoli.«Ovviamente nel caso di Mariano i cani erano tutti senza chip e non abbiamo potuto risalire al proprietario – continua Marelli – La maggior parte però il chip lo ha e si riesce a riportarla a casa. Questo weekend abbiamo fatto recuperi fino all’una di notte. E i padroni, oltre a pagare per l’intervento, nel caso l’animale non fosse iscritto all’anagrafe canina, hanno pure dovuto provvedere a una giusta sanzione. Anche se è ancora troppo bassa se rapportata alla noncuranza dei proprietari».n L. Mos.

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