Coronavirus, dati stabili nel Comasco
Lo studio conferma: sintomi lievi per l’80%

Ieri due decessi in più e altri 83 positivi mentre scende ancora il numero dei pazienti ricoverati - Ricerca del Policlinico di Milano su 1.591 malati lombardi

Como

Si è chiusa ieri un’altra giornata senza il “tracollo” che ci si aspetta da giorni. Pur indebolito, come testimonia la diminuzione costante dei ricoveri, il Covid-19 è purtroppo sempre vivo, vegeto e combattivo.

In provincia di Como si sono registrati due decessi, uno in un Comune dell’alto lago nel territorio dell’Ats Montagna, e uno a Proserpio, ma il pallottoliere dei contagi ne aggiunge altri 83 portando il totale accertato alla quota di 2.764. A livello regionale il trend è sovrapponibile, nel senso che la curva cresce più o meno con le medesime proporzioni: i tamponi positivi, dall’inizio dell’emergenza, sono saliti a quota 70.165, cioè 1.073 in più del giorno precedente, quando erano cresciuti di 1.161, e i lombardi tuttora malati sono 33.873 (369 in meno del giorno precedente); i decessi sono stati 200 (161 il giorno precedente, 203 quello prima ancora, per un totale di 12.940); nelle province confinanti si contano 2.340 positivi a Varese (+38), 1.056 positivi a Sondrio (+44), 4.317 a Monza (+64) e 2.132 a Lecco (+23). In proporzione è andata un po’ meglio Milano, sulla quale rimangono puntati gli occhi degli epidemiologi che temono gli effetti di una deflagrazione improvvisa: si sono accertati 277 ulteriori positività, 105 delle quali in città, per un totale, a livello provinciale, di 17.277. Bene i report ospedalieri, con un’ulteriore riduzione del numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva: sono in tutto 790, 27 in meno del giorno precedente («appena il 3 aprile - ha ricordato ieri l’assessore regionale alla Protezione civile Pietro Foroni - i posti letti occupati in rianimazione erano oltre 1.400»). Buone nuove anche dai reparti non intensivi, in cui nelle ultime 24 ore sono stati liberati addirittura 500 letti, per un totale di ricoverati sceso a 9.192.

Un altro numero che va tenuto in considerazione, specie alla luce di quello che leggeremo nei prossimi giorni - sempre in termini di dati - è quello relativo ai tamponi: lunedì ne erano stati effettuati 6.711, martedì 13.502, ieri ancora 12.016. È ipotizzabile che questo brusco incremento si rifletta proporzionalmente sulle cifre delle prossime 48, 72 ore, con positività che quindi potrebbero tornare a crescere in proporzione ai test effettuati.

Ieri intanto il Policlinico di Milano ha reso noti gli esiti di una ricerca effettuata su un campione di 1.591 ricoverati in terapia intensiva tra il 20 febbraio e il 18 marzo in 72 ospedali lombardi. Ne emerge che un malato su quattro tra quelli ricoverati in rianimazione (26%) non ce la fa, e le morti sono più numerose tra i pazienti anziani e chi ha precedenti patologie.

Dai dati riportati si è visto che in circa l’80% dei contagiati, l’infezione da Covid-19 si manifesta con sintomi lievi, come febbre e tosse secca, che non richiedono cure particolari. Nel 20% dei casi invece si sviluppa in modo più serio ed è necessario il ricovero. Il 5%-15% dei pazienti ricoverati hanno avuto difficoltà respiratorie così gravi da aver bisogno della terapia intensiva. L’80% è stato intubato, mentre gli altri hanno avuto bisogno delle mascherine per l’ossigeno o i caschi per la ventilazione. Quasi 7 pazienti su 10 avevano almeno un problema di salute prima di essere contagiati.
S. Fer.

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