Coronavirus e Lombardia
Ecco chi riapre il 14 aprile

Meno attività rispetto a quelle nazionali

Prima di tutto in Lombardia librerie e cartolerie rimangono chiuse. Lo ha deciso il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, firmando la nuova ordinanza regionale che prevede nuove misure per limitare il contagio del coronavirus. Il provvedimento pensato ad hoc per le province lombarde era arrivato poche ore dopo l’allentamento di alcune misure deciso dal governo a livello nazionale.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte infatti ha prorogato il lockdown fino al prossimo 3 maggio, garantendo però la riapertura di alcune attività come librerie, cartolerie e studi professionali. La Lombardia però è stata al centro dell’epidemia e Fontana, insieme ai consulenti chiamati per affrontare l’emergenza, ha deciso di continuare con le chiusure per evitare che il contagio riprenda. La nuova ordinanza rimarrà in vigore dal 14 aprile al 3 maggio.

Fontana ha confermato la prescrizioni già adottate nelle ultime due settimane dopo i progressivi provvedimenti varati dall’ultima settimana di febbraio. Al contrario del resto d’Italia, le librerie rimarranno chiuse. Gli «articoli di carta, cartone, articoli di cartoleria e forniture per ufficio, libri, fiori e piante» e si potranno acquistare «esclusivamente negli ipermercati e nei supermercati». Oppure «via internet, corrispondenza, telefono, televisione e radio» o ancora ricevendoli a domicilio.

Anche le attività professionali dovranno continuare ad essere svolte esclusivamente in smart working, ad eccezione di «servizi indifferibili ed urgenti o sottoposti a termini di scadenza», con appuntamento in caso di contatto diretto con i clienti. Si tratta di attività legali e contabili (codice ATECO 69), attività di direzione aziendali e di consulenza gestionale (ATECO 70), attività degli studi di architettura e d’ingegneria (ATECO 71); collaudi ed analisi tecniche (ATECO 72) e ricerca scientifica e sviluppo (ATECO 79). Confermata anche la chiusura degli alberghi, ad eccezione delle strutture che operano per esigenze collegate alla gestione dell’emergenza, come l’ospitalità di personale sanitario oppure di volontari della Protezione civile.

Nei supermercati viene confermata «la rilevazione, mediante idonee strumentazioni, a cura dei gestori, della temperatura corporea dei clienti, oltre che del personale, prima del loro accesso. A seguito del rilievo di temperatura corporea uguale o superiore a 37,5 °C, deve conseguire l’inibizione all’accesso all’attività con invito a ritornare alla propria abitazione». Confermata la possibilità di svolgere attività motorie «a una distanza non superiore ai 200» dalla propria abitazione.

Perché la Lombardia ha deciso di non seguire la prima apertura disposta dal governo? La spiegazione è nella premessa dell’ordinanza firmata da Fontana: «Il dato epidemiologico regionale di gran lunga superiore al dato nazionale (al 10 aprile 2020, circa due quinti della popolazione italiana contagiata è lombarda, i contagi in Lombardia sono circa tre volte superiori a quelli registrati nella seconda regione italiana) impone l’adozione ed il mantenimento sul territorio lombardo di misure specifiche e più restrittive».

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