Coronavirus, i tamponi sono pochi
Meno di due su 100 i comaschi “testati”

In totale sono 10.671 gli esami effettuati in provincia per valutare la positività al Covid-19 - Ats Insubria annuncia di volerne eseguire 300 al giorno

Nella nostra provincia sono stati sottoposti a tampone 10.671 comaschi. Questo è il dato diffuso dalla Regione e aggiornato a venerdì.

Corrisponde all’1,78% del totale dei cittadini. Il test è stato effettuato su 6.104 donne e 4.567 uomini, un fatto che può spiegare anche la maggiore positività nella popolazione femminile.

I minorenni sottoposti al tampone, sempre nel Comasco, sono stati invece 214, ovvero lo 0,9% della popolazione femminile minorenne e l’1,2% di quella maschile. Anche la fascia d’età tra i 18 e i 24 anni ha uno screening molto ridotto, 181 test, l’1% delle ragazze e lo 0,7% dei ragazzi.

Più importanti, invece, le cifre tra i 25 e i 49 anni, con 3.472 test di cui 2,234 tra le donne (ovvero il 20,9% del totale delle donne in quella fascia di età) e 1.238 tra gli uomini (quindi l’11,6%). Nella fascia tra i 50 e i 64 anni altri 3.052 tamponi effettuati, 1.715 sulle donne (16.1%) e 1.337 tra gli uomini (12,5%). Tra i 65 e i 74 anni, 1.162 tamponi, 455 sulle donne (4,3%) e 707 sugli uomini (6,6%). Oltre i 75 anni infine 2.587 tamponi, 1.506 sulle donne (14,1%) e 1.081 sugli uomini (10,1%). Su questi numeri pesano due categorie. La prima è il personale sanitario, infermieri, medici e assistenti essendo più a contatto con la malattia hanno avuto più bisogno di test per controllare la positività. La seconda, come si nota nella fascia più anziana, sono gli ospiti delle Rsa, che di recente sono stati più testati a fronte dell’alto numero dei decessi.

I più grandi laboratori di riferimento di Milano confermano che nelle ultime settimane i campioni in arrivo dalle Rsa sono la larga maggioranza. Il riferimento per le analisi nella nostra provincia è l’Asst di Lecco e in misura minore, da pochi giorni, anche i laboratori del Sant’Anna.

I test da almeno quindici giorni vengono effettuati al San Martino in via Castelnuovo con il metodo drive in, i pazienti in via di guarigione per sapere se sono diventati negativi, sfilano in macchina. Nelle ultime settimane c’è stato un forte incremento dei controlli. Una parentesi, il tampone naso faringeo fotografa la positività o la negatività delle persone andando a vedere se il virus in quel momento è presente nelle mucose.

Ma 10mila comaschi testati sono tanti o pochi? Alla stessa data di venerdì in provincia di Monza le persone sottoposte a tampone erano 16.075, l’1,84% della popolazione. La distribuzione secondo età e sesso è la medesima. A Lecco 7177 persone controllate, quindi il 2,13% degli abitanti. Nei giorni scorsi l’Ats Insubria ha spiegato che a breve a regime sui territori di Como e Varese riuscirà ad effettuare 5mila tamponi a settimana. Che diviso i sette giorni con un approssimativo taglio a metà vuol dire circa 300 test al giorno nel comasco.

In Lombardia la Regione effettua 10mila tamponi al giorno, è la capacità massima al momento, che ricade in maniera più importante come comprensibile sui territori più segnati dall’emergenza, a cominciare da Lodi e da Cremona per esempio. Il tutto in attesa che arrivino anche i test sierologici. Nelle province più colpite gli screening per trovare gli anticorpi capaci di neutralizzare la malattia sono già iniziati. A Como, stando agli annunci, dovrebbero partire mercoledì.

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