Coronavirus, la storia
«Ormai non respiravo più
Grazie a chi mi ha salvato»

Alberto Cerea, ex direttore di banca, sarà martedì sera ospite di Bianca Berlinguer«L’ospedale? Avevo paura»

Sarà martedì sera ospite di Bianca Berlinguer a “Carta Bianca” Aberto Cerea, comasco, ex direttore di banca , da un paio di giorni “ricoverato” in isolamento al Cof di Lanzo, dopo un mese di Covid, prima a casa con febbre e tachipirina, poi al Valduce, attaccato al respiratore. «È stata tosta - racconta, potendo dire di esserne uscito -, davvero tosta. Dopo due settimane di cure casalinghe ho iniziato a sperimentare quella che chiamano “fame d’aria”... Mi stavo spegnendo lentamente, senza neppure accorgermi. D’altra parte si vive nella paura, bombardati da tv e giornali che ti raccontano tragedie di gente portata via, intubata, ricoverata e morta sola in un ospedale senza più poter vedere i suoi cari. Per questo all’inizio ho esitato a chiedere aiuto, volevo comunque restare a casa. Poi, per fortuna, mio fratello mi ha convinto». Alberto è stato portato in ospedale dal 118, dove come prevedibile gli è stata subito diagnosticata la polmonite bilaterale interstiziale da Covd-19: «Da lì mi hanno subito attaccato al respiratore... Quindici litri d’ossigeno, giorno e notte. Dopo tre, quattro giorni cominciavo già a sentirmi meglio, anche se oggi, a distanza di tanto tempo, provo ancora grande stanchezza: è un male subdolo, doloroso. Ho perso otto chili. Devo davvero ringraziare tutto il personale dell’ospedale Valduce, dagli oss ai medici, molto bravi, sia sotto il profilo professionale sia sotto quello umano. Sono momenti in cui serve anche una mano su una spalla, e davvero a me non è mai mancata».

Anche Alberto Cerea, al pari di tanti altri suoi compagni di sventura, dice di non avere la più pallida di come sia stato possibile contrarre l’infezione. Insegna educazione finanziaria come volontario alle scuole medie e alle superiori ma, precisa, «già il 22 febbraio, ben prima del decreto del Governo, avevo già scritto ai dirigenti scolastici per auto sospendermi a scopo cautelare. Dopodiché chissà... Quello che conta è che oggi li peggio sia passato».

Dal suo isolamento intelvese, Cerea chiude con una riflessione un j’accuse nei confronti della rete di assistenza di base: «Nè io né mia moglie, che per fortuna sta bene, non abbiamo avuto dal nostro medico alcun aiuto, né materiale né morale. Neppure una telefonata».

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