Coronavirus, made in Brianza
Così le maschere da sub
diventano ventilatori salvavita

Le stampanti 3D della Sharebot di Nibionno in funzione per produrre le speciali valvole di raccordo: «Lavoriamo gratuitamente, gli ospedali hanno urgenza»

Como

Non sono poche le aziende del nostro territorio che in questi giorni stanno mettendo a disposizione le competenze e gli impianti per tentare di dare una mano concreta a chi vive l’emergenza Covid-19 in prima linea, ossia al personale medico e sanitario.

Tra queste realtà c’è anche la Sharebot di Nibionno, impresa che si occupa della produzione di stampanti 3D guidata da Arturo Donghi. «Abbiamo accolto l’invito dell’azienda bresciana Isinnova, che in questi giorni è stata al centro delle cronache per aver ideato e stampato in 3D alcuni raccordi utili per i respiratori che vengono utilizzati negli ospedali» spiega Donghi.

In particolare, grazie alla manifattura additiva, la Isinnova è riuscita dapprima a riprodurre una speciale valvola di cui i nosocomi erano carenti e successivamente ad inventare, attraverso alcune modifiche da apportare alle maschere da snorkeling in vendita alla Decathlon, dei nuovi ed efficienti ventilatori polmonari.

«La loro è una piccola realtà – continua Donghi – e per questo hanno chiesto a chi possedeva delle stampanti 3D di metterle a disposizione per incrementare la capacità produttiva, anche perché ci vuole del tempo per effettuare le stampe ma la richiesta degli ospedali purtroppo è molto urgente: poiché noi siamo produttori di queste stampanti – dice ancora l’imprenditore di Nibionno –, abbiamo messo a disposizione i nostri impianti ed è iniziata la produzione dei raccordi da applicare sopra le maschere, dove si collegano i tubi; ora stiamo cercando di superare i problemi logistici e di trasporto, per poter consegnare tempestivamente quanto realizzato». Ma questa attività non è l’unica che Sharebot, senza pretendere alcun compenso, sta portando avanti in favore della collettività.

«Ci siamo messi in contatto direttamente con diversi ospedali – dice ancora Donghi – per chiedere quali sono le maggiori esigenze presenti ad abbiamo così avviato la produzione di visiere per la protezione degli occhi dei medici e dei sanitari ma anche di altre valvole e raccordi di cui c’è grande necessità in questo periodo».

Peraltro, Sharebot, grazie alla collaborazione con l’azienda veneta Fiber Force (produttrice di materia prima per la stampa 3D), utilizza per le proprie produzioni un nuovo ed innovativo filamento completamente antibatterico, che si presta quindi perfettamente alla produzione di materiale ad uso sanitario.

«Stiamo procedendo in ordine sparso – dice ancora Donghi – e invece sarebbe importante che le disponibilità di aziende come la nostra fossero coordinate, in modo da creare in breve tempo una filiera di emergenza capace di far giungere i prodotti dove sono necessari ed il più presto possibile: mi auguro che la Protezione Civile, che pure deve gestire situazioni drammatiche, possa assumere il controllo di queste produzioni, in modo da incrementare l’efficacia ed ottenere insieme importanti risultati».

Sharbot collabora normalmente con numerose imprese per sviluppare progetti innovativi. Poco prima che scoppiasse in Lombardia l’epidemia di Covid-19, l’azienda aveva avviato un importante progetto con Novaresin (impresa sempre di Nibionno) per approfondire la possibilità di stampa 3D su tessuti.

La sperimentazione è iniziata con tessuti sintetici sui quali sono stati stampati particolari motivi e grafiche in 3D utilizzando un materiale eco-friendly che proviene dalle graminacee.

Il passo successivo sarà la stampa su tessuto con poliuretano e quindi verrà verificata la compatibilità con tessuti di differenti composizioni.

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