Coronavirus, per Como il giorno più nero
I morti sono 26, ma calano i positivi

In provincia sono oltre 150 le morti causate dal virus - Segnali di speranza arrivano dai reparti di rianimazione, dove si conta un numero più basso di pazienti

Como

Il giorno più tragico. Sì, i contagi aumentano sempre più lentamente. E sì, da qualche giorno gli ospedali stanno registrando meno ricoveri e anche le chiamate al 112 e al numero verde regionale diminuiscono. E sì, in Lombardia le persone guarite sono già oltre 10mila. Ma c’è poco tempo per festeggiare, perché mai – fino ad oggi - la nostra provincia aveva registrato in una sola giornata (calcolando i tempi di elaborazione dei dati da parte di Ats) ben 26 morti. Ventisei famiglie comasche piangono un proprio caro stroncato per le complicanze dovute al Covid-19.

Nella sola città di Como gli ultimi dati parlano di otto vittime in più rispetto al dato complessivo di 24 decessi comunicato il giorno prima. Il più giovane è un uomo di sessant’anni. Uomini sei degli otto deceduti in città: 66 anni, 70, 79, 83 e 85. Le due donne morte avevano 86 e 88 anni.

Due le vittime in più a Cantù: un uomo di 97 anni e una donna di 83. Due lutti anche a Carlazzo: una donna di 59 anni e un uomo di 61. Complessivamente sono ben sedici i comuni della nostra provincia in cui sono risuonate le campane a morto: Cadorago (uomo, 81 anni); Capiago Intimiano (donna, 79 anni); Casnate con Bernate (donna, 86 anni); Castelmarte (donna, 71 anni); Cermenate (donna, 91 anni); Cernobbio (donna, 83 anni); Cucciago (donna, 78 anni); Inverigo (uomo, 72 anni); Lambrugo (uomo, 83 anni); Lenno (donna, 64 anni); Solbiate con Cagno (uomo, 80 anni); Tremezzina (donna, 76 anni); Vertemate con Minoprio (uomo, 93 anni).

Dall’inizio dell’emergenza ad oggi sono già 151 i comaschi che hanno perso la vita a causa del coronavirus. Un numero ufficiale, che però sembra abbondantemente lontano da quello reale. E, nonostante questo, un numero comunque drammatico.

Rallentano, per contro, i contagi. E questo fa ben sperare per il futuro, ovviamente. I nuovi casi nel Comasco ieri sono stati quaranta, l’incremendo più basso delle ultime due settimane. Negli ultimi due giorni i tamponi positivi nella nostra provincia sono stati meno di quelli registrati nella sola giornata di domenica. Attualmente i comaschi che hanno contratto il Covid-19 dall’inizio dell’emergenza sono stati 1.101. Ma, più in generale, i nuovi contagi calano in tutta la Lombardia: addirittura bisogna tirare indietro il calendario di tre settimane, nella nostra regione, per trovare un dato infermiere a quello registrato ieri. Buone notizie, insomma, anche se i morti continuano a essere tanti: 381. A marzo i pazienti morti con Covid hanno superato la soglia tragica delle settemila persone.

Arrivano segnali di speranza anche dalle rianimazioni: per la prima volta il numero dei pazienti in terapia intensiva è in calo. Sei persone in meno rispetto alla giornata precedente, e anche questo è un segnale letto con grande ottimismo. Continuano a crescere, invece, i ricoverati non in terapia intensiva, ma anche in questo caso la crescita si è ridotta drasticamente e mai, nel mese di marzo, si aveva avuto un incremento così basso (“appena” 68 pazienti in più).

Dati che fanno sperare. Anche se l’allerta resta alta. Perché ci sono ancora realtà che crescono e tanto. È il caso della provincia di Milano: 235 nuovi casi, 96 dei quali in città, e 8.911 casi complessivi, superiore al dato di Bergamo.

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