Covid, 1900 comaschi
sono morti nel 2020

Il tasso di decessi nell’anno della pandemia aumentato di un terzo in provincia rispetto al passato. La metà delle vittime da ottobre nella seconda ondata. In un comune su tre nell’ultimo trimestre lutti raddoppiati

Tre comaschi su mille hanno perso la vita a causa del Covid nel 2020. I dati sulla mortalità in provincia di Como elaborati dall’Istat restituiscono in tutta la sua drammaticità l’impatto che il virus ha avuto sul nostro territorio. In particolare negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, quando in un comune lariano su tre i decessi (rispetto alla media dei cinque anni precedenti) sono addirittura raddoppiati.

I dati. In base all’elaborazione dell’istituto di statistica, i comaschi che hanno perso la vita nel corso del 2020 sono stati 7.928, contro una media di 6.083 decessi dei cinque anni precedenti. Tradotto 1.845 vittime in più. Ma se si prende in considerazione il periodo da marzo a fine dicembre, ovvero quello in cui il Covid ha stravolto le nostre esistenze, l’incremento è anche superiore: 1.884 decessi in più. La metà di questi, si sono concentrati nell’ultimo trimestre (in particolare nei mesi di novembre e dicembre) quando l’incremento delle vittime, rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti, è stato superiore al 60%.

Complessivamente sono 35 i paesi comaschi che hanno registrato un aumento di vittime di almeno il 50. Tra i comuni più grandi l’effetto più tragico del Covid lo si è avuto a Beregazzo con Figliaro (da 28 a 49 vittime), Carate Urio (da 13 a 20 vittime), Colonno (da 4 a 12), Cucciago (da 26 a 44), Grandate (da 27 a 41), Longone al Segrino (da 13 a 20), Luisago (quasi raddoppiati: da 22 a 43), Lurate Caccivio (da 90 a 139), Moltrasio (da 18 a 33), Nesso (da 15 a 23), Olgiate Comasco (da 105 a 168), Pianello del Lario (vittime quasi triplicate: da 17 a 43), Plesio (da 11 a 18), Solbiate con Cagno (da 44 a 73), Tremezzina (da 52 a 89), Valbrona (da 30 a 46).

Ci sono poi realtà che non erano state quasi toccate dal dramma del virus, ma che negli ultimi tre mesi dell’anno (e più precisamente dall’ultima settimana di ottobre al 31 dicembre) hanno pianto un numero di vittime altissimo: è il caso di Albavilla (da 13 a 27), Albiolo (da 5 a 11), Alta Valle Intelvi (da 8 a 16), Alzate Brianza (da 12 a 25), Appiano Gentile (da 26 a 53), Arosio (da 9 a 23), Fenegrò (da 5 a 15), Figino Serenza (da 11 a 28) e Veniano (da 5 a 13). Tra i centri maggiori detto di Olgiate Comasco, il comune che ha avuto l’incremento annuale maggiore di decessi è Mariano Comense (da 203 a 292), mentre Cantù è la città che ha registrato il balzo più preoccupante nella seconda ondata (da 93 a 162). A Como città il Covid ha ucciso complessivamente 250 persone e la seconda ondata ha portato a un aumento del 50%.

Infine da sottolinea come ci siano stati territori che non solo non hanno subito le tragiche conseguenze del virus, ma che anzi hanno avuto un calo di decessi: sono 21 comuni, concentrati soprattutto nella zona dell’altolago, dove spicca il caso di Cremia: qui le vittime del 2020 sono state appena 4, contro una media di almeno dieci nei cinque anni precedenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA