Covid, dieci morti
Mai così tanti
dal maggio scorso

Aumenta anche il numero dei ricoveri-Nelle ultime due settimane sono cresciuti del 143%. Dodici i pazienti gravi in terapia intensiva al Sant’Anna

Altri dieci decessi, non succedeva da maggio 2021.

Salgono in maniera preoccupante le morti da Covid, 115 ieri in Lombardia, oltre il doppio della media mensile. Nella nostra provincia i decessi sono stati dieci. Il 28 maggio scorso i dieci decessi contati alla fine della terza ondata apparivano quasi un errore statistico dopo settimane di discesa stabile da marzo, merito anche della campagna vaccinale unita all’arrivo della bella stagione. Ora invece sono già saliti a 45 le vittime del Covid contate a gennaio nel Comasco. A dicembre sono stati in totale 50, 17 a novembre e zero ad ottobre.

La situazione

Il bilancio inizia ad essere paragonabile alle precedenti ondate, quando i vaccini non erano ancora arrivati o la campagna vaccinale era appena partita. Certo, medici e specialisti sottolineano con forza che nelle terapie intensive la grande maggioranza dei pazienti non è vaccinata, quando il vaccino evita le fasi gravi della malattia. Comunque l’andamento non è incoraggiante anche alla luce dei tanti ricoveri. Anche se i dati resi pubblici dalla Lombardia ieri davano una situazione stabile, con un tasso di positività tra i nuovi contagi in netta diminuzione. Negli ultimi quindici giorni però i ricoveri Covid nella nostra provincia sono passati da 111 a 270, in percentuale l’aumento è del 143%.

Il 31 dicembre dopo giorni di forte aumento dei contagi già si immaginava una salita delle ospedalizzazione, così è avvenuto in tutta la Lombardia. Nel Comasco la pressione si è concentrata soprattutto sulla rete pubblica dell’Asst Lariana, che progressivamente è passata da 68 casi Covid a 184 malati contagiati in corsia, con 12 pazienti in terapia intensiva. Il Sant’Anna quindi ha visto un aumento dei pazienti infetti pari a 170% in sole due settimane. Ieri c’erano ancora 40 persone positive in attesa al pronto soccorso, quando fino allo scorso mese la coda contava davvero poche persone. In un reparto, il pronto soccorso, che soffre una grave e ormai cronica carenza del personale, a Como come a Menaggio. Tanto da richiamare tutti gli ospedalieri, indipendentemente dalla loro specialità, a coprire dei turni. A San Fermo mancano anche anestesisti, infermieri e radiologi interventisti.

La richiesta di letti Covid è aumentata in tutti gli altri ospedali della provincia che fino a inizio anno curavano solo pochi contagiati. A Villa Aprica i positivi sono 27, al Fatebenefratelli di Erba 22 con un caso in terapia intensiva, a Gravedona 20 e al Valduce 17.

Un calcolo diverso

La novità a riguardo di pazienti Covid è che gli ospedali stanno cercando di fare un distinguo, su richiesta della Regione Lombardia e delle altre regioni italiane. Ovvero calcolare i pazienti positivi solo se hanno sintomi riconducibili all’infezione da virus. Tradotto, se un paziente è finito in ospedale per un incidente stradale o per un problema la cuore ed è poi risultato positivo, pur senza avere febbre o polmonite, allora viene depennato dalle statistiche.

L’Asst Lariana dai 184 pazienti Covid comunicati giovedì ieri registrava 106 ricoverati positivi, di cui 11 in terapia intensiva e 24 con la ventilazione assistita. A questi occorre aggiungere 40 positivi al pronto soccorso, anche questi non tutti con sintomi Covid così evidenti. Al netto dei dimessi sono 31 pazienti in meno. È chiaro che questa nuova modalità di conteggiare i ricoverati positivi abbassa la pressione sugli ospedali prima stimata.
S. Bac.

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