Covid, disabili e anziani allettati
L’appello: «Fare in fretta con i vaccini»

La somministrazione a domicilio procede ancora a rilento - E per ora iniettate solo 885 dosi (su 2.893) nelle strutture sociosanitarie

Como

Sono i più fragili fra i fragili, eppure hanno la sensazione che gli altri gli stiano passando tutti davanti.

Anziani allettati o comunque impossibilitati a uscire di casa, malati cronici, disabili gravi. Categorie che secondo la scansione della campagna vaccinale avrebbero avuto un posto in prima fila, subito dopo gli ultra ottantenni. Poi si sa come sta andando, i vaccini sono pochi e non tutti possono essere utilizzati per tutte le categorie, le convocazioni degli over 80 hanno subito una battuta d’arresto e tutto il resto della filiera, come un enorme ingorgo strade, si è bloccato.

Qual è dunque la situazione? «Per i pazienti anziani allettati, come mia madre, o disabili sarebbe prevista la vaccinazione a domicilio - dice Daniela Erba, psicologa - Invece non è partito niente, ma soprattutto non si sa a chi rivolgersi e non si riesce ad avere una risposta. Al numero verde non sanno niente, al Sant’anna danno risposte fantasiose, all’Ats mi hanno più o meno appeso il telefono. Lo stesso per il medico di base. Insomma la campagna è partita da quelli che stanno meglio...».

«La modalità di adesione per gli over 80 allettati o disabili è già partita - spiega Laura Colombo di Ats Insubria - Tocca ai medici di base, su richiesta dei pazienti o di chi si prende cura di loro, inserire nel portale la richiesta, con l’indicazione che la vaccinazione deve essere effettuata a casa. Per chi ha meno di 80 anni, ma comunque per i motivi più diversi non può raggiungere il centro vaccinale, è invece in corso di sperimentazione un modello organizzativo che potrebbe fare riferimento ai medici di base piuttosto che all’assistenza domiciliare integrata. Il primo test ha avuto luogo la settimana scorsa proprio nel Comasco: quattro medici di base con un mezzo della Croce rossa hanno vaccinato a domicilio dieci assistiti ciascuno in sei ore, che è il tempo di conservazione del vaccino. La settimana prossima ripeteremo il test nella zona di Albavilla». E i disabili? Rientrano nell’elenco delle cosiddette “fragilità” che danno diritto a essere vaccinati prima dell’avvio della campagna massiva. Vi sono elencati esplicitamente i portatori di sindrome di Down, i malati di sclerosi multipla o Sla o paralisi cerebrale infantile, e per estensione chi è affetto « da patologie o disabilità che comportano un rischio particolarmente elevato di sviluppare forme gravi o letali di Covid-19».

Questa fase delle vaccinazioni non è ancora partita - ma le somministrazioni sono iniziate nei centri residenziali - con grande disagio e apprensione di chi deve prendersi cura di un parente.

Fra i tanti, i familiari degli autistici: «Dovrebbero essere vaccinati nella fase 2 - spiega Annalisa Martinelli, presidente di Abilitiamo Autismo e mamma di un giovane autistico - Certo è auspicabile una grande attenzione alla tempistica, anche per quanto riguarda i caregiver».

«Bisogna considerare - aggiunge Tommaso Elli - che gli autistici, come peraltro tanti altri disabili, se vivono in strutture sono stati penalizzati in tutti questi mesi perché per proteggerli dal virus sono stati interrotti tutti i contatti con l’esterno».

Prosegue intanto la pianificazione di Asst Lariana del piano vaccinale per le strutture residenziali e semiresidenziali sanitarie e sociosanitarie, che accolgono oltre 2893 persone tra ospiti e personale in 96 strutture.

Dopo la verifica effettuata per capire se gli enti fossero in grado di vaccinare autonomamente, se si rendesse necessario prevedere altre soluzioni (vaccinazioni nei punti vaccinali di Asst Lariana o all’interno con équipes mobili di Asst Lariana), e se fossero dotati di frigorifero con monitoraggio della temperatura (per la conservazione dei vaccini), a fine febbraio sono partite le prime somministrazioni di Pfizer-BionTech. In base alla disponibilità dei vaccini, ad oggi sono state vaccinate 885 persone.

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