Covid, l’attesa per il vaccino
«I tempi saranno lunghi»

L’Italia fa parte di un accordo internazionale per l’acquisto del prodotto di Oxford, ma non arriverà per tutti

Il vaccino “spike” di Oxford in arrivo in Italia. Ma i tempi secondo gli esperti non saranno brevi. Il nostro Paese ha siglato un accordo con Germania, Francia e Olanda per ottenere il vaccino e la sua produzione, entro l’autunno dovrebbe arrivare nell’intero continente una prima tranche da 400 milioni di dosi. Un diritto, un bene pubblico globale, un presidio gratis nelle intenzioni del ministero della Salute. L’auspicio è partire dai soggetti più a rischio e dai sanitari. L’impegno dell’azienda farmaceutica produttrice AstraZeneca è per due miliardi a livello globale anche in altre nazioni. I test sono a livello avanzato, siamo già nella fase che investe l’uomo.

Il vaccino è un virus del raffreddore dello scimpanzé svuotato dal corredo genetico quindi dalla capacità di infettare e riempito con la proteina sintetica spike del Covid. La maggiore garanzia per gli italiani è che nella produzione verrà coinvolta una società italiana, la romana Irbm. Stati Uniti, Inghilterra, Cina, India, la concorrenza però è tanta su un pianeta abitato da 8 miliardi di persone.

A Como quando ci vaccineremo? «Difficile dirlo – sorride Luca Frigerio, già primario dell’Ematologia del Sant’Anna e ora direttore sanitario dell’Avis di Como – diciamo che tra l’autunno e la fine dell’anno arriverà questa prima tranche se la conclusione dei test andrà come ci auguriamo. Poi però non penso possa essere un processo tanto immediato. Per una semplice ragione di tempo utile: bisogna produrre le dosi per tutto il mondo. Già non è semplice avere per tutti gli anziani che lo richiedono l’antinfluenzale normale, figurarsi l’anti Covid per l’intera popolazione terrestre. Sarà immagino un percorso a tappe. Certo forse accorciato e accelerato dall’estrema necessità di fare in fretta e dalla grande rilevanza sanitaria ed economica, pur con tutte le garanzie del caso». Mesi, magari anni. Lo storico della medicina Giorgio Cosmacininda queste pagine ha detto che si sottoporrà di certo alla vaccinazione perché sarà l’arma finale per battere il Covid. Anche secondo l’infettivologo comasco Domenico Santoro il vaccino è l’ultimo passo, sarà importante anche se non dovessero in tempi brevi esserci delle forti seconde ondate. Il farmacologo e scienziato Silvio Garattini sempre su queste pagine ha però avvertito che il vaccino dovrà essere molto sicuro e avere pochissime controindicazioni dovendo coprire non pochi pazienti, ma l’intero mondo. «Intanto è un bene che l’Italia faccia parte di un accordo internazionale – dice ancora Frigerio – così abbiamo la garanzia di rientrare tra la popolazione coperta. Quanto ai timori per le controindicazioni il prodotto dovrà essere sicuro per forza. Ma niente paure antivacciniste, il beneficio atteso a livello globale è immenso. Così l’umanità ha saputo sconfiggere molte grandi malattie». n 
S. Bac.

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