Da don Alberto
messaggio a Salvini
«Ti voglio bene»

Il sacerdote e lo scontro con il leader leghista. «Io non odio nessuno, se qualcuno lo vede glielo dica». Ma, come detto in tribunale, non si scusa

«Io non odio nessuno. Io critico le idee secondo il Vangelo. Se qualcuno ha occasione di vederlo, glielo dica: don Alberto non ti odia. Ti vuole bene». Così don Alberto Vigorelli torna a parlare dal pulpito della chiesa di Santo Stefano a Mariano. E si rivolge all’ex Ministro degli Interni, ma per replicare a una frase rilanciata sui social da Matteo Salvini che scriveva di essere odiato dallo stesso prete chiamato a rispondere davanti al Giudice di Pace di un passaggio di un’omelia di quattro anni fa, «O siete cristiani o di Salvini», perché denunciato per diffamazione dal leader della Lega.

«Quello che più mi dispiace di tutta questa storia è che Salvini ha fatto una dichiarazione in cui dice: “Questo prete, che mi odia...”. Io non odio nessuno» ha spiegato il sacerdote. «Quando uscite di qui, so che commentate la predica. Ecco, non parlate di me. Parlate delle letture e del commento che abbiamo fatto. Dimenticatevi di me» ha aggiunto il prete che non pensava certo di innescare un simile clamore quando, una domenica di inizio novembre di quattro anni fa, ha detto «O siete cristiani o di Salvini» a commento della lettura del Vangelo secondo Matteo.

L’accusa

Una frase a cui era seguita un’escalation di reazioni della politica fino alla denuncia per diffamazione dello stessa Salvini che ha portato il prete a rispondere di un passaggio della sua omelia davanti al Giudici di Pace di Como solo una settimana fa. «C’è la nostra disponibilità a un accordo bonario se il prete si scusa» ha esordito il legale rappresentante di Salvini, Valentina Zanetto del Foro di Monza, rilanciando la richiesta dell’ex Ministro che era pronto a ritirare la querela se don Alberto, oltre a pentirsi, avesse devoluto 1000 euro a una onlus che si occupa di disabili.

Il processo

Un pentimento che don Alberto non intende compiere. «Ha predicato il Vangelo per il quale non c’è da scusarsi» aveva ribattuto in tribunale il legale rappresentante del sacerdote, l’avvocato Oreste Dominioni del Foro di Milano. Per poi ribadire che si era inserita una nuova narrazione con l’ingresso della parola “odio” scritta da Salvini, rivolgendosi al Giudice di Pace, Salvatore Falcone che ha scelto di rinviare l’udienza al 14 maggio per permettere alle parti di confrontarsi in un dialogo per arrivare a una soluzione della questione fuori dall’aula di viale Innocenzo.

Così due settimane prima del suo 81° compleanno, don Alberto è chiamato a ricomparire in tribunale. Qualora non si trovasse l’accordo prima della nuova udienza, il processo proseguirà davanti allo stesso Giudice di Pace comasco che dovrà quindi esprimersi sulla vicenda, stabilendo se ci sono i parametri perché la frase sia giudicata diffamatoria o meno. .

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