Documenti, iter, tempi e doppio cantiere
Perché lo stadio rischia di essere out

Gli ottimisti parlano di una o due partite fuori, i pessimisti di un esilio lungo - La fase cruciale sarà quando la documentazione arriverà al Comune e alla Commissione

La città tifosa si è svegliata ieri mattina con la certezza che il Como dovrà giocare le prime partite di serie B in campo neutro. Un esilio che per gli ottimisti potrebbe durare una o due partite, un danno edulcorato dal fatto che per l’inizio del campionato gli accessi sugli spalti saranno ancora vietati o contingentati. Ma per i pessimisti l’esilio potrebbe anche durare a lungo, addirittura sino a fino all’inverno. E pare che tra i pessimisti ci sia anche Carlo Longhi, l’ispettore della Lega Calcio, che ha effettuato venerdì il sopralluogo al Sinigaglia.

Prima di voler distribuire colpe a tutti i costi, diciamo che la “tara” principale è quella di avere un impianto vetusto, in centro città, che come tutti gli impianti vecchi presenta problematiche a ogni salto di categoria. Questo è il peccato originale della vicenda. Poi ci sono i ritardi. E questa volta non è detto che ce la si debba prendere per forza con il Comune. Qualche ritardo sarebbe anche responsabilità del Como, non per incuria magari, ma solo per aver aspettato la certezza della serie B prima di muovere la pratica delle documentazioni. Come si era già detto molto tempo fa, e in questo non è cambiato nulla, manca un documento che riunisca tutti i lavori da effettuare e che invece sono stati sinora calcolati singolarmente, settore per settore e problematica per problematica. Su questo siamo in ritardo.

Secondo una tesi accreditata, la responsabilità sarebbe del Como, se qualcuno ha qualcosa in contrario dica, siamo qui. Per ora sull’argomento il Como non ha voluto rilasciare dichiarazioni (come peraltro a Palazzo Cernezzi).

Comunque guardiamo avanti: adesso bisogna affidare la pratica a un tecnico che metta a punto la documentazione, perché poi possa essere trasmessa in Comune e poi alla Commissione Provinciale di Vigilanza. Tempo per fare l’operazione, 20 giorni stimati, e si arriva a fine maggio. Poi c’è la parte della approvazione da parte del Comune e del Cpv della documentazione. E qui sta il rischio dell’allungamento dei tempi. C’è chi dice che ci possa volere un mese circa, chi due o tre mesi. Fatto sta che prima di questa operazione non potranno partire i lavori di adeguamento. Dal momento dell’inizio dei lavori, si stimano circa 45 giorni di tempo per la realizzazione degli stessi (spesa attorno ai 500 milioni di euro, pagati dal Como e scomputati dal canone, almeno questo dovrebbe essere l’accordo), ma questo dato è davvero difficile da mettere a punto, basti pensare a un semplice lavoro di edilizia in casa privata per sapere quanto larga possa essere la forbice delle tempistiche.

Se tutto dovesse andare alla perfezione, 20 giorni, più 30, più 45 si andrebbe a settembre cioè a campionato appena iniziato. Ipotesi degli ottimisti. Ma dobbiamo aggiungere altre due variabili a questa situazione: 1. Il meteo, che con i temporali estivi rischia di dilatare i lavori; 2. La posa del campo in sintetico, che potrebbe avere bisogno di 8-10 settimane. C’è da considerare che i due cantieri potrebbero intrecciarsi e magari ostacolarsi. Fare previsioni a lungo termine sarebbe fare come quelle meteo nel giro di 4-5 settimane. Intanto la società ha cominciato già a valutare eventuali stadi salvagente per le prime partite. Novara, nell’elenco, è tra le prime.

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