Domenica in arancione rafforzato
Ma la città non è deserta

Ieri fitto viavai sul lungolago e in centro storico, anche se non è stato necessario attivare il “girone” pedonale. Multati sette ragazzi a Tavernola: erano al parco a giocare a basket

Como

Domenica scorsa, a Como, era zona gialla e la città ribolliva di presenze: piazze affollate, lungolago preso d’assalto, traffico bloccato dalla sempiterna ricerca del parcheggio. Una situazione che si differenziava dall’era pre-pandemia solo per la presenza delle mascherine e per la chiusura dei locali alle 18 (e il successivo coprifuoco).

Non è bastato, come si sa, ed eccoci in zona arancione, per giunta “rinforzato”, come un caffè corretto Fernet. Ci si poteva aspettare una Como deserta, tutti tappati in casa terrorizzati, e invece no: tutti fuori, anche ieri. Certo, non c’è traffico, perché tra le limitazioni c’è quella che limita a pochissimi casi l’ingresso nel capoluogo. Ma i comaschi propriamente detti non sono pochi.

Ieri hanno riempito la Città Murata, ma non solo. Complice la bella giornata tanti hanno scelto la passeggiata. Così nel pomeriggio la situazione a Como città si è “normalizzata”, al punto che la polizia locale non ha ritenuto necessario irregimentare via Luini e via Vittorio Emanuele II istituendo il mini girone pedonale. In compenso, a Tavernola, ai giardini di via Traù, i vigili si sono visti costretti a sanzionare, nel pomeriggio, sette ragazzi che giocavano a basket senza nessuna possibilità, va da sé, né di indossare la mascherina né di garantire il distanziamento. A quanto pare gli agenti sono intervenuti dopo una serie di segnalazioni ed esposti pervenuti nei giorni scorsi dai residenti della zona.

In Valbasca, sul Monte Goi e in altri sentieri della Spina Verde, al Baradello, si è comunque rinnovato il rito della passeggiata. Meglio così che tutti in centro, scongiurando i temuti assembramenti. In città murata si è notata una presenza più massiccia di forze dell’ordine e anche di militari: due presidiavano piazza Martinelli, altri in piazza Duomo e in piazza Volta, anche se la chiusura di bar e ristoranti ha evitato che la gente si fermasse. Infine, se le strade erano poco trafficate d’auto, la primavera in anticipo ha scatenato i ciclisti, forse anche perché, in sella, è possibile dimenticarsi della mascherina. E ci si dimentica anche troppo, come sa quel corridore formo al semaforo di viale Cavallotti che ha chiesto al compagno di pedalata: «Dopo ci facciamo un aperitivo?», «E dove che non si può?», «Ah, già!». Già.

© RIPRODUZIONE RISERVATA