«Emilio è stato un fratello e un maestro»

Non cessano le testimonianze di affetto degli amici e di chi ha condiviso con lui l’esperienza politica. Di Gregorio: «Russo aveva un’intelligenza superiore». Benzoni: «Aveva una vocazione pedagogica»

Tra le personalità che in questo momento hanno dimostrato affetto e vicinanza ai familiari di Emilio Russo per la sua improvvisa scomparsa ci sono tanti amici e compagni di viaggio, come Filippo Di Gregorio e Rosalba Benzoni. Il primo attualmente è consigliere comunale a Cantù e fa parte della direzione provinciale del Partito Democratico, mentre Rosalba Benzoni è stata parlamentare dell’Ulivo dal 2006 al 2008.

Il pensiero a Garganigo

«Emilio Russo è stato questo per me, un fratello maggiore e allo stesso tempo un grande maestro - afferma Di Gregorio - Ci siamo conosciuti nel 1987, e quando mi fu presentato con parole lusinghiere, ebbi l’impressioni che quelle parole fossero davvero insufficienti per descrivere una tanto grande intelligenza. Grazie a lui ho conosciuto il pensiero di un importante pensatore tedesco, Jürgen Habermas, che Emilio aveva studiato con grande cura. Grazie a lui ho capito cosa sia la politica, in tutti i suoi momenti nobili e anche in quelli di miseria.Grazie a lui ho passato momenti davvero esaltanti e felici. Rammento una sera in cui, nel 1994, Emilio era candidato per l’elezione della Camera dei deputati, percorremmo la provincia ad affiggere manifesti elettorali, scherzando sulla musica “progressive”. Adesso, saperlo morto, irraggiungibile, mi dà un senso di sgomento e di perdita La nostra realtà politica, l’intera Lombardia, perdono un esimio esponente, due volte consigliere regionale del Pci, che tanto ha fatto per la cultura nella nostra regione: una su tutte l’invenzione dei sistemi bibliotecari sovra comunali. E soprattutto, noi che abbiamo avuto l’onore di conoscerlo, siamo tutti più soli e rattristati. Sicuramente, la sua anima si sarà incontrata con quella dell’amico Gianfranco Garganigo, e ha ripreso a dialogare con lui, in quei campi elisi in cui si ritrovano le ombre fidate degli eroi e dei giusti».

Toccante anche il ricordo di Rosalba Benzoni: «Emilio Russo non era un personaggio “ecumenico”, confrontarsi con lui poteva essere difficile proprio per la sua superiorità culturale e intellettuale di cui era ben consapevole e che nello scontro aspro faceva pesare. Ma proprio in questo c’era il risvolto appagante e positivo del discutere con lui e ascoltarlo: una profondità di pensiero e d’analisi che trasformavano l’ascolto della sua dialettica in piacere intellettuale raro».

Colta ironia

Russo è stato un raffinato intellettuale, segnato da una particolare propensione all’insegnamento: «Alla profondità - continua Benzoni - si accompagnavano leggerezza colta e ironia pronta e scintillante. Il ricordo dei suoi alunni e colleghi per come svolgeva il lavoro di insegnante, con l’imprinting della formazione magistrale e filosofica ci danno la misura della sua vera e propria vocazione didattica e pedagogica. E poi la generosità sempre dimostrata nella scuola e nella sua scelta di campo politica, fino agli ultimi anni, quando dopo vivaci battaglie nel Pd che pure aveva fondato, ha scelto di continuare l’impegno costruendo a Como “Articolo Uno”, piccolo partito non certo foriero di grandi cariche e successi personali, ma agorà in cui raccogliere energie e risorse giovani e meno giovani: non rassegnate a rinunciare all’impegno civile e politico, alla discussione e all’analisi».

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