«Febbre alta, tanto freddo e poi il buio»
Così Luca è finito nel tunnel a 38 anni

Fino Mornasco: consigliere comunale nel suo paese è rimasto intubato per una settimana. «Una malattia schifosa, finalmente ne sto uscendo»

«Oggi finalmente mi sono alzato dal letto, completamente eretto. Un grosso passo avanti considerando da dove arrivo. Mi hanno fatto sedere su una sedia, poi ho camminato con le mie gambe fino al bagno. Ho raggiunto un grande obiettivo, sono felice. Pian piano sto tornando a fare le cose più semplici che per me, in questo momento, sono quasi impossibili. Questa malattia fa schifo e per me è stata durissima: a chi sta bene dico di non prenderla sottogamba, rimanete a casa il più possibile».

Luca Vanzin non è un anziano, non aveva patologie pregresse e fino a un mese fa era nel pieno della sua forza fisica, come tutti lo sono a 38 anni. Un ragazzone di un metro e novanta per quasi cento chili, con una bella moglie e due figli a Socco, Fino Mornasco. Eppure il coronavirus ha colpito anche lui, lo ha colpito quando meno se lo aspettava costringendolo a un mese d’ospedale, una settimana intubato in terapia intensiva privo di conoscenza, a combattere con tutte le sue forze per la vita.

Luca, che è anche consigliere comunale di Fino, sta vincendo la sua battaglia, finalmente è fuori pericolo anche se prima di uscire dall’ospedale e riprendersi completamente, ci vorrà ancora un po’. «Stavo bene, poi ho cominciato ad avere brividi di freddo nella notte – spiega Luca, riavvolgendo il nastro dell’incubo che ha vissuto – mi è salita la febbre oltre 39 gradi, ho quindi chiamato l’ambulanza che mi ha portato in ospedale. Dopo poco tempo è arrivata la diagnosi, era coronavirus, non ho idea di come possa averlo preso, per fortuna mia moglie e i miei figli sono stati bene».

La ricostruzione

All’inizio sembrava che la situazione fosse sotto controllo, con una buona reazione di Luca alle cure, poi tutto è precipitato. Ci sono infatti state delle complicazioni dovute al coronavirus al polmone destro, e così i medici sono stati costretti ad addormentare ed intubare Luca, per una settimana. Parenti e amici sono stati col fiato sospeso, ma poi il finese si è risvegliato e pian piano sta guarendo.

«Ora non riesco a fare movimenti e ho bisogno di un aiuto costante – spiega il ragazzo, che ormai è faccia a faccia con il virus da un mese – ho 38 anni, non 90, ma se il virus ti prende bene è così, può capitare a tutti. Questa situazione ti fa capire tante cose, ti apre gli occhi sulle persone. Dimentichi tutte le stupidaggini, te ne freghi di tutto, dici in faccia che vuoi bene. Il coronavirus mi ha fatto male, ma mi ha reso più forte, più umile, attento ai sentimenti degli altri».

Il pensiero

Il pensiero di Luca va anche al personale sanitario dell’ospedale Sant’Anna di Como, che nell’ultimo periodo si è preso cura di lui. «Ci tengo a ringraziare tutto il personale, dal primo all’ultimo, stanno facendo un lavoro eccellente con tutti. Sono persone squisite, dolci che ti aiutano dall’inizio alla fine».

Luca dovrà avere pazienza ed essere forte ancora per un po’, ma è pronto a ricominciare una nuova vita insieme alla sua famiglia che, mai come in questo momento, gli sta dando la forza e alle tante persone che non lo hanno mai lasciato solo, seppur con il pensiero.

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