Fratelli infermieri anti Covid
Il Papa li invita a Roma

La telefonata della Prefettura Pontificia a Valerio Mautone

Non è stato facile per il nuovo reggente della Prefettura della Casa Pontificia, tanto per capirci il braccio destro di Papa Francesco, mettersi in contatto con i fratelli Mutone: «È più di una settimana che vi cerchiamo, ma non risponde mai nessuno», ha detto monsignor Leonardo Sapienza quando, finalmente, è riuscito a prendere la linea.

Dall’altro capo del telefono Valerio Mautone, da 40 giorni in quarantena dopo aver contratto il Covid. Lui, il fratello Raffaele, le sorelle Maria e Stefania sono tutti infermieri. Due lavorano al Sant’Anna, uno in Svizzera, la terza a Napoli. E tutti, nel periodo d’emergenza, hanno lavorato in prima linea contro il virus.

La loro storia, raccontata su La Provincia il primo aprile, ha fatto il giro d'Italia. Ed è giunta pure sul tavolo del Papa che, letta la lettera scritta dai fratelli, venuto a conoscenza della loro storia, ha deciso che doveva assolutamente incontrarli.

«È incredibile, ancora non ci posso credere - dice al telefono Valerio, che si trova ancora in quarantena in attesa dei risultati degli ultimi tamponi - Martedì scorso rispondo e dall’altra parte mi parla padre Leonardo. E mi dice: “È più di una settimana che vi cerchiamo, ma nessuno risponde”. Il fatto è che il numero è quello di mio fratello, che spesso è in Svizzera per lavoro».

Poi la Prefettura della Casa Pontificia ha recuperato il numero di Valerio, e il contatto è stato stabilito: «Ci volevano a Roma entro fine mese, ma ho spiegato che io ero in quarantena. Allora padre Leonardo ha detto che ci contatterà per settembre» quando i quattro fratelli saranno ricevuti in udienza da papa Francesco.

Un sogno che si avvera, iniziato proprio con la pubblicazione della storia dei quattro fratelli anti Covid sul nostro quotidiano. «L’articolo de La Provincia - conferma Valerio - ha dato il via a una catena meravigliosa. Siamo finiti anche in copertina su Famiglia Cristiana. abbiamo quindi deciso di scrivere una lettera per il Pontefice, ma non avevamo alcuna certezza sul fatto che l’avrebbe ricevuta».

E invece la missiva non solo è arrivata a destinazione, ma è anche stata letta dal Papa. Che ha quindi incaricato il reggente della propria Prefettura di invitare al Vaticano Valerio, Raffaele, Maria e Stefania.

«Nella lettera abbiamo raccontato la nostra storia, espresso il desiderio di portare una divisa del Sant’Anna al Pontefice e le lettere di colleghi che hanno vissuto la pandemia. Quindi abbiamo scritto che la nostra intenzione, in caso di convocazione a Roma, sarebbe stata quella di fare un pezzo del pellegrinaggio sulla via Francigena. L’idea iniziare era farla tutta, ma dubito proprio che avremo tutte quelle ferie, quindi alla fine penso che faremo gli ultimi 112 km per giungere a Roma il giorno dell’udienza».

Appuntamento a settembre, dunque. n 
P.Mor.

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