Giulia Galfetti, una vita per il Volta
Di nuovo in cattedra vent’anni dopo

Un insolito regalo di Natale per la prof di latino e greco del liceo, in pensione dal 2000

«Siete sempre così disciplinati?».

È la prima domanda che Giulia Galfetti, ex professoressa di latino e greco del Volta, ha rivolto ieri agli studenti di una classe del quarto anno del liceo classico.

Per la professoressa Galfetti, ospite di Ca’ D’Industria, è stata una mattinata speciale: per due ore, è tornata dietro la cattedra e ha tenuto una lezione nella sua scuola, quella dove fu prima alunna e poi insegnante. «Il liceo è stata la mia vita – ha racconta –; dai quindici ai diciannove anni sono stata studentessa. Poi, una volta terminata l’università, ho vinto il concorso e sono rimasta qui a insegnare ininterrottamente dal 1969 al 2000. Questa è la mia casa: a suo tempo, m’interessai anche alla biblioteca, ricca di classici, in particolare curati da tedeschi e inglese, i più agguerriti in campo filologico».

Interpretare il mondo

L’istituto di via Cesare Cantù, insomma, è stato il senso di un’intera esistenza. «Il mestiere degli insegnanti è interessante e certo non semplice – prosegue - perché bisogna sempre mettere in discussione il proprio metodo e l’approccio con gli studenti, i quali cambiano nel tempo. Non è solo la trasmissione delle informazioni, conta il senso della nozione e la sua incidenza sulla civiltà contemporanea. La cultura ha valore se riusciamo a usarla per interpretare il mondo».

Un sogno che si avvera

Mentre la vicepreside Maria Grazia Bernasconi illustrava a Galfetti il funzionamento del registro elettronico, alcuni alunni hanno motivato la scelta del liceo classico. Un altro cambiamento riguarda la maturità: una studentessa ha spiegato in cosa consiste oggi la seconda prova. Durante la chiacchierata, è stata analizzata l’etimologia di alcune parole (per esempio tachicardia e afasia, con una breve dissertazione sull’alfa privativo).

Poi, con lucidità e autorevolezza, Giulia Galfetti è entrata nel vivo della lezione parlando di migrazioni, sottolineando come la storia dell’Europa si fondi proprio sui movimenti di popolazione, certo anche violente e soverchianti come le occupazioni militari. Ma gli antichi, come raccontò in maniera magistrale Omero, avevano come principi sacri l’ospitalità e la solidarietà. Tornare al Volta è stato un desiderio avverato, ma non in senso metaforico. Con i “Nipoti di Babbo Natale”, progetto promosso da “Un sorriso in più”, la richiesta di Giulia Galfetti, come quella di tanti altri anziani ospitati nelle case di riposo, sono state pubblicate sul sito e trasformate in realtà dai cittadini. Questa è stata coronata grazie alla giovane studentessa Maria Ceriani e a “Diogene”, l’inserto de La Provincia.

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