Green pass, la carica dei no vax “pentiti”
«Fa male, ma non ho scelta per lavorare»

Al via ieri la somministrazione delle terze dosi per i pazienti “fragili” - In fila anche tanti scettici: «Neppure sanno cosa mi hanno iniettato, ma serve per lavorare»

Como

Corsa al vaccino ieri davanti ai centri vaccinali, nel pomeriggio in via Napoleona c’era la code di persone in attesa con il numerino in mano.

Non erano certo tutte terze dosi - ieri toccava ai fragili - alcuni erano studenti prenotati per le seconde dosi. Molte invece erano persone di mezza età, contrarie al vaccino, che sono accorse all’ultimo alla luce dell’obbligo di Green pass introdotto per buona parte del mondo del lavoro. Dopo gli annunci del governo, in provincia di Como le nuove prenotazioni sono triplicate in poco tempo, passando da 300 ad oltre mille al giorno.

«Io? No, no, sono proprio contrario – spiega per esempio Lorenzo A., 26 anni, appena fatta la prima dose – Mi sono vaccinato solo perché adesso è obbligatorio per lavorare. Ma sono convinto che a me non serve a niente. I giovani al Covid sono immuni o quasi, una volta vaccinati tutti i fragili e gli anziani non ha senso».

Vaccinare tutti significa abbattere la circolazione virale, evitare nuove mutazioni . «Un’invenzione, io sono contraria – dice Martina D., altra giovane comasca appena vaccinata – Non sanno neanche bene cosa mi hanno iniettato, ne avrei fatto volentieri a meno. Ma ora bisogna farlo per lavorare».

A Como per Covid sono morte 2.300 persone. Ciò che i sanitari inoculano è un vaccino sperimentato e approvato da tutte le autorità sanitarie internazionali. «Sarà, ma le certezze sono molto poche – prosegue Donato B., 31 anni, anche per lui prima dose in via Napoleona – Se non ci fosse stato l’obbligo io non l’avrei fatto. E poi continuo a sentire che la proteina Spike dopo due o tre anni può provocare l’ictus» (secondo la comunità scientifica si tratta di un’affermazione infondata)

Intanto ha preso il via ieri la campagna di somministrazione delle terze dosi del vaccino anti Covid per i pazienti cosiddetti “fragili”, cioè immunodepressi, trapiantati, dializzati e pazienti sottoposti a chemioterapia, circa 7mila in tutto in provincia di Como. Il tutto mentre con l’introduzione dell’obbligatorietà del Green pass, anche tra i “no vax” è partita la corsa al vaccino.

Per quanto riguarda i “fragili”, questi richiami servono a completare il ciclo vaccinale di chi ha le difese più deboli, ad una distanza minima di 28 giorni dalle seconde dosi. I richiami verranno tutti somministrati entro la seconda settimana del prossimo mese. «Sono stata contattata la settimana scorsa dall’Asst Lariana – ha raccontato per esempio ieri dal poliambulatorio di via Napoleona Graziella A., tra le prime a ricevere la terza dose – e in ragione delle patologie di cui soffro ho ricevuto la terza dose di Pfizer».

Tutti i soggetti immunocompromessi devono prenotare il vaccino sul portale di Poste (prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it). Raggiunti i più fragili la Regione si dice pronta a fare le dosi aggiuntive ai soggetti a maggior rischio, a distanza di almeno sei mesi dalle seconde dosi. Alle Rsa, ai sanitari e agli over 80. Si attende solo una data dal governo. Ormai si utilizzano solo vaccini ad mRna, la Regione propone di donare gli altri avanzati ai Paesi del terzo mondo.

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