Green pass nei luoghi di lavoro
Obbligo per tutti dal 15 ottobre

Anche per autonomi, colf e badanti. Per i privati senza certificato stop stipendio da primo giorno

Il decreto legge che rende obbligatorio il green pass su tutti i posti di lavoro pubblici e privati entrerà in vigore il 15 ottobre. Lo hanno comunicato i ministri della Salute Roberto Speranza, della Funzione Pubblica Renato Brunetta e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini durante la riunione con i governatori.Il decreto sarà valido fino alla fine dell’anno quando scadrà lo Stato di crisi in Italia. «Questo - ha detto il pemier Draghi - è un decreto per tenere aperto il Paese».

«Abbiamo deciso l’estensione dell’uso del green pass a tutti i posti di lavoro per due ragioni fondamentali: la prima è rendere questi luoghi più sicuri e rendere ancora più forte la campagna di vaccinazione» ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri. «Il decreto prevede che i tamponi saranno gratuiti solo per le persone esenti. Siamo convinti che questo decreto possa dare un’ulteriore spinta alla ripartenza», ha aggiunto.

Ha aggiunto il ministro Renato Brunetta: «La novità è che è una strategia universalistica, andiamo a toccare tutto il mondo del lavoro pubblico e privato e per il privato dipendente e autonomo, un insieme di 23 milioni di lavoratori, tutto il capitale umano del Paese, che in gran parte è già vaccinato». Un collegamento con il mondo della scuola: «Abbiamo applicato il modello scuola e se non ci riserva qualche brutta sorpresa, ma non credo, dal punto di vista della curva, applicandolo a tutto il resto a metà ottobre avremo già raggiunto e superato i risultati previsti da Figliuolo e potremo affrontare con grande solidità» l’autunno» ha continuato.

Alla conferenza stampa anche la ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini: «Abbiamo riscontrato una condivisione da parte delle Regioni e degli Enti locali sul decreto. Vi è da parte loro la consapevolezza che il green pass è uno strumento per tutelare gli spazi di libertà, per garantire la salute e le attività economiche - ha detto -. I governatori hanno chiesto una campagna di informazione capillare. La conferenza delle Regioni ha approvato il prezzo calmierato per i tamponi, decisione ripresa dal Governo».

L’obbligo di Green pass per l’accesso ai luoghi di lavoro si applica anche «ai soggetti titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice». La bozza di dl green pass estende così l’obbligo - e relative sanzioni - a sindaci e presidenti di Regione, nonché ai consiglieri. Sugli organi costituzionali, come le Camere, però, il governo non può intervenire dal momento che hanno autonomia decisionale, dunque una norma dispone: «Gli organi costituzionali, ciascuno nell’ambito della propria autonomia, adeguano il proprio ordinamento» si spiega. Sparisce il termine del 15 ottobre per adeguarsi, che era nelle prime bozze.

Inoltre l’obbligo di esibire il green pass varrà dal 15 ottobre anche per i magistrati, compresi quelli onorari, gli avvocati e i procuratori dello Stato e i componenti delle commissioni tributarie che devono accedere agli uffici giudiziari. Lo prevede la bozza del decreto approvato dal Cdm nel quale si afferma che le disposizioni non valgono invece per «avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, testimoni e parti del processo». L’accesso senza il pass, dice ancora il decreto rappresenta un «illecito disciplinare» e come tale sarà sanzionato.

Smart working e sanzioni . Per i privati senza green pass stop stipendio da primo giorno Secondo quanto si legge nella bozza del nuovo decreto, chi lavora in smart working non dovrà avere il green pass mentre sono previsti fino a 1.000 euro di sanzione per chi non presenta il documento. Scatta invece subito la sospensione dal lavoro per i lavoratori privati, mentre per i dipendenti pubblici vale dopo cinque giorni. I lavoratori privati, se «comunicano di non essere in possesso della certificazione verde o qualora risultino privi al momento dell’accesso al luogo di lavoro, sono sospesi dalla prestazione lavorativa, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento».

Inoltre «i datori di lavoro privati possono sospendere chi è senza green pass fino alla presentazione del certificato e comunque non oltre il 31 dicembre». Lo prevede la bozza del dl green pass. «Per le imprese con meno di quindici dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione della predetta certificazione, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, e non oltre il 31 dicembre 2021», prevede la norma. «La norma è scritta per individuare una fattispecie totalmente nuova di sanzioni, per escludere la possibilità che ci possa essere il licenziamento. Non ci può essere il licenziamento, la sanzione è la sospensione» spiega il ministro Andrea Orlando in conferenza stampa dopo il via libera al decreto sull’estensione del green pass. «Quando sarà finita l’emergenza si azzererà, nel frattempo» il governo ha fatto in modo che «gli strumenti previsti non implichino un utilizzo surrettizio per riorganizzazione e ristrutturazione delle imprese». Il Green pass serve per «aumentare il tasso di sicurezza sui luoghi di lavoro».

Chi coinvolge l’obbligo

Nella bozza del provvedimento è scritto anche che «al personale delle Autorità amministrative indipendenti, ivi comprese la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui svolgono l’attività lavorativa, è fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde».

I guariti dal Covid

I guariti dal Covid non dovranno più attendere 15 giorni dalla prima dose di vaccino anticovid per avere il green pass ma lo otterranno subito dopo la prima somministrazione. Questa è una delle novità della bozza del decreto che estende la certificazione ai luoghi di lavoro. L’articolo 4 comma 3 modifica infatti la normativa attuale sostituendo il passaggio in cui si affermava che la certificazione era valida «dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione» con le parole «dalla medesima somministrazione».

Green pass obbligatorio anche per autonomi, badanti, colf e baby sitter

L’obbligo di green pass per l’ingresso nei luoghi di lavoro vale per tutti i lavoratori privati, dunque sono inclusi gli autonomi e i collaboratori familiari. È quanto spiegano fonti di governo, interpellate al riguardo. L’obbligo dunque si applicherà ad esempio all’idraulico o all’elettricista che svolga il suo lavoro nel pubblico e nel privato, ma anche a colf e badanti. La norma dispone infatti che «chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire su richiesta la certificazione verde».

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