I senzatetto? Ecco la risposta al vescovo
«Niente dormitorio, grate a S. Francesco»

Monsignor Cantoni aveva detto: «Sulle scelte per i più deboli saremo giudicati». Negretti: «Si riferiva anche alle parrocchie. Ci sono posti liberi, non serve un’altra struttura»

Il vescovo nella sua omelia per Sant’Abbondio cerca di smuovere Como sul tema dei senzatetto. E la risposta del Comune non si fa attendere: niente dormitorio e (spinge la Lega) grate ai portici di San Francesco.

«Finché nella nostra città uomini e donne vivranno nelle tenebre della solitudine, del degrado, dell’ingiustizia, senza una fissa dimora, significa che la luce non ha ancora invaso le nostre scelte» ha detto monsignor Cantoni in occasione dei Vespri nella basilica di Sant’Abbondio.

Il monito del vescovo

Erano presenti in basilica quasi tutti gli amministratori comunali, ai quali le parole del vescovo sembravano rivolte: «Su questo non solo saremo giudicati, ma lo siamo già tutt’ora: sono le nostre scelte che testimoniano la verità dei nostri orientamenti fondamentali e determinano o meno la nostra credibilità».

La giunta, nonostante il consiglio comunale abbia approvato a maggioranza nel luglio del 2019 una mozione per aprire un nuovo dormitorio, più volte si è rimangiata la parola. Prima per costruire un dormitorio ha chiesto aiuto ai privati e alle associazioni. Poi ricevuto dall’Asst lo stabile di via Cadorna ha detto sì, ma che serviva aprire un bando per la gestione. Sono seguiti dei forse poi tutto si è fermato.

«Le parole del vescovo erano rivolte a tutti, non solo al Comune - è convinta Elena Negretti, assessore alla Sicurezza - anche alle associazioni, ai cittadini e alle parrocchie. Niente polemiche. Noi abbiamo cercato di fare molte cose. Oggi in San Francesco c’è un numero ridotto di persone. Resta chi è irregolare e non può essere ospitato, l’amministrazione non può farsene carico. E ancora c’è chi sceglie di vivere per strada anche se gli abbiamo offerto di tutto. Non bastasse con assistenti sociali e psicologi cerchiamo di aiutare i senza fissa dimora con percorsi di reinserimento. Per altro i posti nei dormitori ci sono, diversi letti liberi. Lo ha ripetuto con puntualità l’assessore ai servizi sociali Angela Corengia. Alla città non serve un nuovo dormitorio, nessun comasco credo voglia buttare via dei soldi. Via Cadorna potrebbe essere utile per isolare i positivi dovesse risalire il contagio. La palestra di via Perti con le scuole che ripartono non è un’opzione. Ma abbiamo delle ipotesi valide per l’emergenza freddo. Non siamo fermi».

Gli alleati

In sostanza questa è la posizione della Lega, partito che propone di installare in San Francesco delle grate per cacciare i senzatetto. Pur consci che il problema così si sposta, ma non si cancella. Nella maggioranza però gli animi sono diversi, c’è divisione. «Da mesi portiamo avanti la battaglia sul dormitorio - spiega Matteo Ferretti capogruppo di Fratelli d’Italia - non dico che sia facile, perché c’è chi non può e chi non vuole e certo anche la Chiesa deve fare la sua parte. Ma il Comune dev’esserci. Anche perché l’emergenza senzatetto, sempre in crescita, va ad ondate e bisogna premunirsi». D’estate come d’inverno. «Non si può non essere d’accordo con quanto detto dal vescovo - riflette Franco Brenna per la lista civica che sostiene il sindaco - io non faccio differenze nell’accoglienza, nessuno dovrebbe dormire per strada e non sono contrario ad un nuovo dormitorio. D’altra parte però mi auguro che i posti letto liberi nei centri d’accoglienza vengano occupati».

«Noi la mozione sul dormitorio l’abbiamo votata - replica Enrico Cenetiempo capogruppo di Forza Italia - bisogna farlo, magari con un aiuto esterno al Comune».

© RIPRODUZIONE RISERVATA