«I vaccini ai quarantenni
Vedremo dopo il 20 maggio»

Il presidente della Regione Lombardia, Fontana: «Fino a quella data abbiamo la programmazione delle dosi che ci verranno consegnate. Dopo sapremo se ne arriveranno altre»

Con uno sprint, lo stesso sprint che vorrebbe ulteriormente dare alla campagna vaccinale, il generale Francesco Figliuolo ha chiesto anche alla Lombardia di prepararsi a partire da lunedì 17 maggio per aprire le prenotazioni anche agli over 40. E a Palazzo Lombardia s’è iniziato a ragionare.

E a lavorare, per riuscire ad aprire le agende dalla prossima settimana. In diretta a Radio 24, nella mattinata di giovedì 13 maggio, il presidente della Regione Lombardia ha dichiarato di volersi adeguare alle sollecitazioni del Commissario dell’emergenza ma che la partenza della campagna vaccinale per i 40enni potrà avviarsi non prima del 20 maggio quando la Regione avrà sotto mano i numeri delle nuove dosi di vaccino in arrivo. «Noi vogliamo fare le cose sempre con coerenza. Non vogliamo fare sparate che non hanno molto significato. Abbiamo le nostre agende che sono state riempite dai 50-60enni che hanno aderito e sono molto orgoglioso di questo. Fino al 20 maggio abbiamo la programmazione delle dosi che ci verranno consegnate. Dopo il 20 sapremo se arriveranno ulteriori dosi. Credo che quella sia la data nella quale possiamo prevedere un eventuale allargamento» ha detto il governatore della Lombardia.

Le valutazioni proseguiranno nei prossimi giorni, già da questa mattina. Guido Bertolaso, intervistato martedì proprio dal nostro giornale, aveva dato per «sicuro» il via alle adesioni degli under 50 entro fine maggio: «Anche prima», aveva chiosato il consulente della Regione per l’attuazione della campagna vaccinale. Quel «prima», evidentemente, sarà più vicino.

Nelle riflessioni della Regione, a partire dall’assessorato al Welfare, si intrecciano diversi numeri. Quelli della platea potenziale indicata da Figliuolo ieri: i lombardi tra i 40 e i 49 anni sono poco più di un milione e mezzo (170 mila circa i bergamaschi), la fascia più corposa dopo i 50-59 anni (1,6 milioni) per cui le prenotazioni si sono aperte lo scorso lunedì. Prima, però, bisogna ragionare anche sulle categorie per cui l’immunizzazione è già in corso, da ultimi i 50-59enni che sono al 22,6% di copertura e i fragili distribuiti in diverse classi d’età. I 40-49enni sarebbero appunto sì un milione e mezzo, ma circa 150.728 (il 16,4%) hanno già ricevuto almeno la prima somministrazione o perché fragili o perché appartenenti a professioni per cui l’immunizzazione era partita anzitempo. Un discreto punto di partenza.

Ma l’altro vero numero da tenere in considerazione è quello dei vaccini effettivamente disponibili. Perché un conto è poter aprire le prenotazioni, altro conto è effettivamente procedere alle inoculazioni: per fissare gli appuntamenti, è necessario avere certezza delle dosi disponibili. Se maggio sembra quasi già sold out per le fasce d’età e i target già inclusi nella campagna (e iniziano in maniera copiosa i richiami di AstraZeneca), è verosimile pensare che le prime iniezioni per i 40-49enni saranno dopo il 20 maggio, ha dichiarato Fontana.

Sulla ridistribuzione delle dosi di AstraZeneca dalle Regioni dove c’è un alto tasso di rifiuto, Fontana ha ribadito che il commissario Figiuliolo «ci ha detto che stanno facendo le valutazioni del caso. Noi lombardi abbiamo il grande merito che li utilizziamo tutti senza alcun problema, stiamo utilizzando anche AstraZeneca. Anche io mi sono vaccinato con AstraZeneca ed è stata un’ottima scelta».

Il governatore, sempre ai microfoni di Radio 24, ha ribadito che la Lombardia attualmente viaggia sulle 85 mila inoculazioni giornaliere, come indicato dal Commissario Figliuolo, ma potrebbe arrivare fino a 150 mila inoculazioni, a livello organizzativo. Fontana ha anche ribadito che, insieme alle altre Regioni, ha avanzato la richiesta di cambiare i parametri di valutazione che vengono utilizzati per individuare le misure di contenimento del virus. «Bisogna cercare di individuare dei parametri di applicazione più semplici e coerenti ch e si riferiscano a situazioni oggettive e non artefatte» ha spiegato il governatore lombardo a proposito della richiesta della Conferenza delle Regioni di cambiare il criterio di suddivisione in zone. «Noi abbiamo presentato questa richiesta che verrà valutata nei prossimi giorni - ha aggiunto - Sostanzialmente abbiamo pensato di mettere un pò da parte l’Rt, che poteva avere un senso all’inizio della pandemia, che ormai non fotografa con precisione la situazione. Abbiamo sottolineato l’importanza del parametro dell’incidenza su 100mila persone e abbiamo chiesto di tenere in maggior considerazione l’indice di occupazione di ospedali e terapie intensive».

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