Il giorno dei vaccini
«Una vera svolta,
ma ci vorrà tempo»

Sant’Anna: le testimonianze di medici e infermieri che oggi pomeriggio riceveranno la prima dose «Scelta di responsabilità, per gli ospedali e le Rsa»

Medici, infermieri, rappresentanti degli ordini professionali e delle Rsa. Nel primo pomeriggio al Sant’Anna verranno vaccinati una cinquantina di sanitari come avvio simbolico della campagna anti Covid. «Spero i vaccini siano la svolta – spiega Andrea Lombardo, primario di Anestesia e rianimazione al Sant’Anna – e partire dai sanitari significa garantire la continuità di cura. Ancora oggi, anche se meno rispetto a metà novembre, ci sono colleghi costretti a casa perché positivi. Vaccinarci significa assicurare la funzionalità dell’ospedale sperando non aumentino più i contagi».

In prima linea

E aggiunge: «Oggi la Terapia intensiva non è al completo come il mese scorso, ma l’allerta resta alta. C’è una quota di posti letto pronti in caso di recrudescenza. Quanto a noi primi vaccinati testimoniamo la nostra responsabilità e il nostro impegno, nei confronti dei non addetti ai lavori che potrebbero avere qualche perplessità e qualche timore». Il primo a ricevere il vaccino a Como sarà il presidente dell’Ordine dei medici Gianluigi Spata. «Sono stato uno dei fortunati a non essermi ammalato durante la prima e la seconda ondata – racconta Domenico Pellegrino, primario di Geriatria – e l’ultimo tampone questa settimana era negativo. La vaccinazione per me è una bella garanzia per uscire indenne dalla pandemia. L’unico modo di darla a tutta la popolazione è procedere a una vaccinazione di massa. Lo facciano tutti con convinzione. Anche le persone fragili e anziane, chi è più a rischio potrà dirsi salvo con il vaccino».

Anche nelle altre Province lombarde parte oggi la campagna, come in tutta Europa. Il primo target sono sanitari ed Rsa, da marzo si capirà quali soggetti fragili verranno coperti. «È stato un anno difficile – spiega Manuela Soncin, caposala del Pronto soccorso di San Fermo – per i pazienti anzitutto e per le loro famiglie. Ma anche per noi. Siamo stanchi e fisicamente provati, c’è un aspetto emotivo importante, con molte ripercussioni a casa. È da febbraio che non c’è orario e un altro anno così non so se potremmo sopportarlo. Io ho visto cosa fa il Covid: fa paura. Ho detto addio a tante persone e conosco i segni che lascia su chi se l’è cavata. Ecco perché il vaccino è una speranza. Le vaccinazioni adesso però sono solo simboliche, ci vorranno molti mesi per difendere la popolazione. Ma è un segnale».

Da metà gennaio 20mila dosi

Il vaccino è quello di Pfizer, che deve essere conservato a meno settanta gradi. Le prime 20mila vaccinazioni nel comasco da gennaio verranno effettuate al Sant’Anna, all’ospedale di Cantù e in quello di Menaggio. Da qui partiranno delle squadre dirette verso le residenze per anziani. «La vaccinazione è il modo migliore per fermare la pandemia – dice Giuseppe De Filippis, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Como – è una terapia preventiva conclamata, è d’obbligo dare il buon esempio. I vaccini sono una speranza e un augurio, non ci sono dubbi. Sono una conquista dell’uomo che può cambiare le sorti di questo brutto anno giunto speriamo alla sua conclusione». «Il vaccino può liberare le Rsa – dice Mario Vivona, medico della Ca’ d’Industria – le autorità internazionali hanno validato questo presidio con il 95% dell’efficacia, all’orizzonte non ci sono alternative valide. Le residenze per anziani possono riacquistare un po’ della normalità che avevano prima, detto che con il virus dovremo convivere ancora per mesi e mesi, rispettando le distanze e indossando la mascherina».

© RIPRODUZIONE RISERVATA