Il nuovo provveditore
«In alcune scuole didattica a distanza»

Lezioni a turno e online saranno inevitabili -In città tre situazioni critiche: Volta, Ciceri e Caio Plinio - Il provveditore: con le norme attuali soluzione obbligata

Lezioni a turno e didattica a distanza nelle superiori con pochi spazi. Stante le attuali misure anti contagio ancora in vigore le scuole si preparano a ricominciare l’anno scolastico dovendo affrontare gli stessi ostacoli dell’anno scorso.

Il provveditorato ha raccolto i dati relativi alle capienze dei 17 istituti superiori pubblici e delle altre realtà in relazioni alle capienze. Il nuovo dirigente dell’ufficio scolastico territoriale Marco Bussetti, già ministro all’Istruzione, si limita a dire che sono poche le scuole che non potranno accogliere tutti gli studenti in presenza. Con il Covid in città le scuole superiori che hanno sofferto di più sono il Volta, il Caio Plinio e il Teresa Ciceri perché dispongono di edifici storici con spazi scarsi.

«Alcuni istituti stando le normative Covid potrebbero non accogliere il 100% dell’utenza. - dice Bussetti - Ma il problema degli spazi esisteva già prima della pandemia, tante scuole superiori mancano di certificati, della protezione incendi o della valutazione rischi. Bisognerebbe cominciare a lavorare nel mondo della scuola seguendo altri principi».

Il Covid però a Como ha ostacolato le lezioni da marzo 2020 e poco o niente da allora è stato fatto. Le scuole non hanno conquistato nuovi spazi, altri edifici anche privati, non sono stati fatti passi avanti sostanziali nemmeno per esempio sul trasporto pubblico. «Sui bus la cabina di regia territoriale è nelle mani della Prefettura – dice Bussetti – e con il prefetto sono in costante contatto». A breve ci sarà un nuovo vertice, vertice che non è ancora stato fissato. Venerdì invece in ufficio scolastico ci sarà un incontro con i presidi coordinatori nel Comasco. All’inizio delle lezioni comunque manca soltanto un mese e mezzo.

«C’è tempo - taglia corto Bussetti – tutto dipende dalle scelte che verranno fatte dall’amministrazione centrale circa le regole anti contagio. Attendiamo direttive. Per ora noi possiamo solo predisporre delle ipotesi». Le vaccinazioni sono un punto cruciale, sotto ai 12 anni senza vaccini approvati poco cambierà, ma anche fino ai 18 anni l’adesione non è maggioritaria quanto le autorità speravano, le nuove prenotazioni scarseggiano. La Regione però per fine agosto ha predisposto un piano straordinario per raggiungere entro il 13 settembre tutti gli alunni così da ricominciare in sicurezza l’anno scolastico. Sono 23.975 i minorenni comaschi vaccinabili che non hanno ancora ricevuto una dose, quasi il 60%.

Anche tra gli insegnanti c’è uno zoccolo duro pur minoritario che non ha aderito alla campagna, dal 17 al 21 luglio potranno autopresentarsi a Villa Erba e a Lariofiere con la tessera sanitaria e un’autocertificazione che attesti la professione. «Vaccinarsi non è obbligatorio – ribatte Bussetti – quindi bisogna rispettare la scelta degli insegnanti non ancora vaccinati».

Quanto ai temi più relativi alla didattica secondo Bussetti c’è sempre il problema della mancanza di docenti di sostegno specializzati. Certo mancano anche insegnanti di matematica, il recente concorso straordinario ha visto una valanga di bocciati. «Se è per quello mancano anche docenti di lettere , come pure c’è carenza anche negli uffici scolastici territoriali che spesso vengono dimenticati e che invece sono cruciali per il buon andamento delle attività scolastiche».

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