Il virologo: «Covid, estinte
le varianti più pericolose»

Fausto Baldanti: «Non potranno essere infinite. Bisogna tracciarle ma senza farci prendere dal panico. Non siamo indifesi come all’inizio: grazie alle vaccinazioni la pandemia verrà declassata in epidemie stagionali»

«Le varianti del virus? Non potranno essere infinite. E guardiamo a quel che è stato nei mesi scorsi: anche le mutazioni più pericolose, come la sudafricana, si sono estinte. Dobbiamo dunque continuare a monitorarle e tracciarle, mantenendo il sangue freddo. Ma grazie alle vaccinazioni la pandemia potrà trasformarsi in epidemie stagionali, come quelle influenzali, senza gravi conseguenze». Senza azzardare orizzonti temporali, Fausto Baldanti racconta lo scenario più plausibile per i prossimi mesi: dal suo osservatorio, il laboratorio di Virologia molecolare dell’ospedale San Matteo di Pavia di cui è responsabile, riannoda i fili su quel che è stato del virus, e su quel che sarà.

Professore, rovesciamo il punto di vista. Come sta Sars-Cov-2?

«Direi che il virus inizia ad incontrare qualche ostacolo. Quando s’è fatto strada in Italia, era il febbraio 2020, ha trovato di fronte a sé solo individui indifesi. Ora deve fare i conti con un’ecologia ben diversa, dal suo punto di vista più insidiosa: due terzi della popolazione è completamente vaccinata, e le sue possibilità di mutare per sopravvivere, aggirando le difese garantite proprio dai vaccini, non sono infinite».

Non potrà mutare all’infinito, ma intanto la variante Delta, ormai prevalente anche in Italia, qualche grana ce l’ha portata.

«È vero che questa variante ha soppiantato tutte le altre ed è diventata dominante, ma non è stata in grado di cambiare la biologia del virus. La gravità dell’infezione non è aumentata in chi la contrae e, dato da sottolineare, i pazienti che vengono ricoverati sono quasi esclusivamente non vaccinati».

Il timore diffuso è però che dopo la Delta arrivi un’altra variante, l’ennesima, ancor più insidiosa.

«Quasi certamente anche la mutazione indiana sarà rimpiazzata da un’altra variante, su questo ci sono pochi dubbi. Anche perché le varianti sono parte integrante della storia di questa pandemia, sin dal primo giorno: quello arrivato in Italia era un virus diverso da quello cinese, in Lombardia quando siamo stati colpiti circolavano sette varianti differenti, Lodi e Bergamo sono state attaccate da due virus diversi, per dire. Ma la storia recente ci dice anche un’altra cosa».

Quale?

«Che anche le mutazioni che temevamo di più perché più insidiose si sono estinte. La sudafricana e la brasiliana, entrambe con uno schema di mutazioni appartenente alla famiglia della variante inglese, sono praticamente scomparse. Insisto su questo punto: anche la sudafricana, parecchio pericolosa perché effettivamente dotata di una parziale capacità di sfuggire agli anticorpi prodotti dal vaccino, si è estinta».

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