«In coma dopo una rapina a Napoli»
Ma era stato il compagno: arrestato

Cermenate, un uomo di 41 anni è accusato di aver ridotto una donna di 75 anni in stato vegetativo

Si sarebbe inventato ogni cosa. L’aggressione. La rapina. Le botte subite mentre si trovavano a Napoli. In realtà a far finire in coma la convivente sarebbe stato proprio lui: l’uomo che aveva puntato il dito contro l’allarme criminalità nel capoluogo partenopeo.

I poliziotti della squadra mobile, ieri mattina di buon ora, hanno bussato all’abitazione di via Turati a Cermenate dove un uomo di 41 anni tutto s’aspettava che ricevere la visita di agenti “armati” di manette. Con le quali è stato portato via su ordine del giudice delle indagini preliminari di Napoli.

È finito in carcere con l’accusa di lesioni volontarie gravissime quest’uomo originario di Caserta ma residente da anni nel Comasco (prima Maslianico, quindi Cermenate).

La vittima dell’aggressione è una donna che oggi ha 79 anni. Ne aveva 75 quando, nel 2017, è finita in coma per le botte rimediate (questa la convinzione dei poliziotti, della Procura di Napoli e del giudice che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare) dal convivente. Era l’1 agosto di quattro anni fa quando, all’ospedale di Terni, si presenta l’uomo con la sua compagna di 34 anni più grande di lui. Lei, durante il viaggio di ritorno dalla Campania - dov’erano stati in vacanza - al Comasco ha iniziato ad avere delle convulsioni. Arrivata in ospedale, finisce in coma (da cui non è più uscita). Il volto tumefatto.

L’uomo ha spiegato ai medici che le lesioni sono conseguenza di un’aggressione a scopo di rapina avvenuta a fine luglio mentre i due si trovavano a Napoli. Ma non era vero.

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