Insubria, docente contro il Green pass
Bernardini: «Schedatura dell’individuo»

Il prof comasco è tra i firmatari del documento che sta facendo discutere - «Decidere di immunizzarsi e sottoporsi alla somministrazione è un discorso personale»

«È una schedatura dell’individuo contraria ai principi liberali, gli stessi della Costituzione».

Fra i docenti universitari firmatari dell’appello contro il Green pass negli atenei c’è Paolo Luca Bernardini, ordinario all’Insubria e direttore per tre anni del dipartimento comasco di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio.

«Sì sono contrario – spiega – la Corte suprema spagnola, per esempio, ha decretato l’incostituzionalità del certificato verde sulla base della propria carta fondamentale scritta nel 1978, un documento basato e costruito in gran parte sulla nostra Costituzione».

Lo storico, ordinario all’Insubria dal 2006, sottolinea come il vaccino debba rientrare nella sfera privata: «Decidere d’immunizzarsi e sottoporsi alla somministrazione è un discorso personale – aggiunge – non deve in nessun modo diventare una forma di obbligo. Per me non è una protezione, è piuttosto una forma di consenso verso il regime politico».

Bernardini è scettico sulle motivazioni sanitarie: «Se diamo credito a quanto si dice – precisa – i vaccinati non possono contrarre la malattia. Quindi, il problema riguarderebbe solo gli altri, che rischierebbero d’infettarsi fra di loro».

L’appello

Nell’appello, gli universitari «ritengono che si debba preservare la libertà di scelta di tutti e favorire l’inclusione paritaria, in ogni sua forma. Nella situazione attuale, o si subisce il Green pass, oppure si viene esclusi dalla possibilità di frequentare le aule universitarie e, nel caso dei docenti, si è sospesi dall’insegnamento».

Il professore comasco non è tra i promotori dell’appello. «Quest’anno sono ad Amburgo in congedo – spiega Bernardini - dove non serve il certificato verde. Quando, nel 2022, tornerò all’università, vedremo quali saranno le norme in vigore».

Dopo tre anni da direttore, il 31 ottobre Bernardini lascerà per un anno il dipartimento per portare avanti attività scientifiche e di ricerche all’Istituto di studi avanzati di Amburgo. La richiesta, precisa lui stesso, non ha nulla a che vedere con l’obbligo del pass. «Ho chiesto il congedo annuale per motivi scientifici – precisa – ho ricevuto un invito da parte loro. L’istituto doveva essere inaugurato prima ma, per colpa del Covid, è stata rimandata. Quindi, per il momento, la questione dell’obbligo non mi si pone. Rimane però il valore oggettivo e ideologico della mia contrarietà alla misura».

Intanto, all’Insubria, i primi controlli fra gli studenti e il personale è positivo.

«Non sono ancora cominciati i corsi – spiega Umberto Piarulli, chimico e direttore dipartimento di Scienza e alta tecnologia – quindi, il numero di studenti presenti è ancora basso. Al momento, i ragazzi che frequentano i laboratori hanno deciso di munirsi di Green pass. Peraltro, vengono controllati ogni giorno e nessuno si è mai lamentato».

Stando ai riscontri, gli studenti hanno voglia di tornare in presenza: «Ce l’hanno chiesto tante volte – continua Piarulli – poi, di sicuro, c’è chi continuerà a utilizzare la didattica a distanza per varie ragioni. Il doppio binario resterà in voga».

I primi giorni fanno ben sperare: «L’obiettivo è riprendere le attività e cercare di tornare il più possibile alla normalità – conclude il chimico – bisogna tornare a vivere l’università in pieno».

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