«Io, erbese a Hong Kong
ai tempi del Coronavirus
Basta con gli isterismi»

Il racconto di Francesca Busuito: «È una follia leggere quello che succede in Italia. Qui cerchiamo di vivere, e non intendo rientrare»

«Viviamo senza isterie, evitiamo la caccia all’untore, non ci lasciamo prendere dal panico, indossando le mascherine, lavandoci le mani mille volte al giorno e non prendendo i mezzi pubblici. Se necessario, lavoriamo da casa e in molti palazzi viene misurata la temperatura all’ingresso».

Bocconiana

Vivere a Hong Kong ai tempi del Coronavirus: un’erbese laureata in legge alla Bocconi, Francesca Busuito, 34 anni nata e cresciuta a Erba, da due anni è project manager in Cina alla Moleskine, invita tutti, in particolare gli italiani, a evitare discriminazione verso i cinesi.

«Sapere che si verificano episodi come questi, in Italia, in cui magari si decide di non frequentare i ristoranti cinesi ci dispiace molto. È una follia. Vorrei dare delle rassicurazioni. Se noi a Hong Kong stiamo affrontando la situazione in maniera disciplinata, lo possono fare tutti. Certo, i posti pubblici, come teatri o musei sono chiusi. Cerchiamo di uscire per fare acquisti solo quando è strettamente necessario. La nostra, come altre aziende ci danno la possibilità di lavorare da casa per mandare avanti la nostra attività anche in una situazione difficile come questa. Ma cerchiamo di vivere una situazione di normalità, nel rispetto del vivere civile».

Francesca Busuito si trovava in vacanza in Nepal in occasione del capodanno cinese quando è scoppiato il caso corona virus.

Mascherine

«Mi sono dotata di mascherine e sono rientrata a Hong Kong. Ora per assurdo non posso neppure tornare in Italia con un volo diretto perché l’Italia è l’unico paese europeo che ha chiuso l’ingresso ai voli provenienti dalla Cina. Mi sembra assurdo. Perché in ogni caso potrei farlo passando per Londra o altri stati. Eppure la Farnesina non ci ha comunicato nulla».

«Avrebbe potuto fare sapere a noi italiani che viviamo in Cina come si stava comportando. Invece ha chiuso ai voli. Questo provvedimento non ha senso. Sono la prima a dire che dobbiamo avere tutti delle precauzioni, ma non ci saremmo mai aspettati un simile atteggiamento. Rischiamo che si crei un sentimento anti italiano che potrebbe avere ripercussioni nei confronti di chi è qui».

Fake news

Come molti italiani che vivono nell’ex colonia britannica, la project manager di Moleskine si auspica che l’allarme del Coronavirus rientri presto, il trend dei contagi si abbassi, le morti anche. «Stare a Hong Kong mi piace molto e non ho intenzione di rientrare, neppure in questo momento - continua - Cerchiamo di affrontare tutti insieme la crisi, contestualizzandola. Certo, anche qui circolano fake news. L’ultima è che la carta igienica prodotta in Cina non sarebbe più arrivata. Così tutti si sono catapultati nei supermercati per comprarla».

Purtroppo i segni delle conseguenze della crisi sono già evidenti: «Sappiamo che per i negozi del lusso è il tracollo. Il business in generale è in stand by. E l’intera economia mondiale - conclude - ne risentirà...».

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