L’80% dei ricoverati non è vaccinato
Sotto controllo la situazione al S.Anna

Ancora basso il numero dei casi che hanno bisogno delle cure ospedaliere: 15 i malati a San Fermo - Hanno un’età compresa fra i 36 e gli 87 anni e la maggior parte non si è sottoposto alla somministrazione

Dei 15 pazienti ricoverati per Covid al Sant’Anna, 12 non sono vaccinati.

Nonostante la ripresa dei contagi che ha interessato il nostro territorio dal mese di luglio, complice la diffusione della veloce variante Delta, il numero dei pazienti ricoverati in ospedale - che hanno un’età compresa tra i 36 e gli 87 anni - è ancora ridotto. La situazione nei nosocomi è sotto controllo.

Era così anche la scorsa estate, quest’anno però la situazione appare ancora più stabile perché una buona fetta della popolazione comasca è vaccinata. Il 78% dei cittadini oltre ai 12 anni ha ricevuto una dose, il 65% è alla seconda dose. Il vaccino mette al riparo dalle forme gravi della malattia e dal rischio di ospedalizzazione.

Al momento nel reparto di Malattie infettive di San Fermo della Battaglia sono ricoverate 14 persone, un altro paziente è positivo ed è in attesa al pronto soccorso. L’Asst Lariana fa sapere che l’80% di questi soggetti non è coperta dal vaccino, quindi 12 ricoverati non hanno partecipato alla campagna vaccinale mentre tre hanno ricevuto una o due dosi di siero. L’ex azienda sanitaria però non specifica se i tre pazienti ricoverati e vaccinati abbiano o meno completato l’intero ciclo vaccinale o se invece si sono fermati alla prima inoculazione. Il silenzio è motivato da supposti motivi di privacy, nonostante l’informazione non riporti alcun dato personale.

Esattamente un mese fa al Sant’Anna dei dieci pazienti ricoverati quattro non erano affatto coperti da vaccino, quattro avevano ricevuto una sola dose e due avevano terminato l’intero ciclo. Si trattava però di persone con sintomi lievi e con molti anni sulle spalle e condizioni di fragilità croniche tali da rendere impossibile la dimissione.

È vero che l’Ats Insubria alla fine dello scorso mese ha mostrato come esista una quota, pur minoritaria, di contagiati sintomatici che hanno ricevuto le due dosi. L’Istituto superiore della Sanità ha però certificato che il 99% dei decessi registrati da febbraio ha toccato cittadini non vaccinati.

Secondo gli ultimi studi la vaccinazione ci copre dall’infezione nell’88% dei casi, dal ricovero nel 94,6% dei casi, dall’ingresso in terapia intensiva al 97,3%, mentre le probabilità di decesso si riducono del 95,8%. Resta dunque il forte invito ad aderire alla campagna vaccinale. Vale per i giovani, così da impedire la trasmissione e la circolazione del virus limitando l’insorgenza di nuove varianti, magari resistenti al vaccino stesso. Ma vale soprattutto per gli anziani, i soggetti che con maggiore probabilità possono contrarre forme gravi delle malattia. Sono circa 22mila gli over 60 comaschi non ancora vaccinati.

C’è infine la responsabilità nei confronti dei soggetti fragili e immunodepressi che non possono ricevere il siero anti Covid e che devono quindi sperare nell’immunità di gregge per ottenere una protezione indiretta.

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