La capotreno aggredita
C’è un testimone

La giovane comasca ancora sotto choc. Un collega ha visto la fuga del passeggero che l’ha colpita

C’è un testimone-chiave per incastrare l’aggressore della capotreno di Como San Giovanni. È un collega, in servizio su un treno successivo, che ha collaborato, insieme ai funzionari della security della stazione di Seregno, a ricostruire l’identità dell’uomo che ha colpito la giovane con alcuni pugni al costato, dopo che lei gli aveva intimato di scendere dal treno, trovandolo sprovvisto del biglietto. Ora però tutte le informazioni sono in mano alla polizia ferroviaria, l’indagine è ancora in corso. Lo ha confermato oggi Trenord. Intanto la Cgil chiede a gran voce le bodycam per il personale ferroviario.

È ancora scossa, tanto da non voler rilasciare nessuna dichiarazione, la capotreno, vittima dell’episodio. Ha rifiutato ogni intervista. E, nonostante la forte reazione di solidarietà della società civile, che si è espressa anche attraverso messaggi di vicinanza nei suoi confronti sulla pagina Facebook de La Provincia, ha scelto il silenzio.

Nessuno l’ha aiutata

«Non si aspettava tutta quella indifferenza con cui si è trovata a fare i conti» è il commento di Filippo Ghibaudi, segretario generale della Fit Cisl di Como, che è stato tra i primi a raccogliere la testimonianza della donna, 25 anni, residente ad Albese con Cassano, una volta dimessa dall’ospedale di Desio, dove era arrivata d’urgenza in ambulanza per gli accertamenti, a causa dei traumi subiti. Dieci i giorni di prognosi per lei e tanto spavento.

L’aggressore si era dato alla fuga, dopo il pestaggio, una volta arrivato alla stazione di Seregno, facendo da allora perdere le sue tracce. Il caso, che si è consumato a bordo del convoglio numero 25235 della Como-Rho, è diventato nazionale. Ha aperto il confronto sul tema della sicurezza del personale di bordo dei mezzi a disposizione per il pubblico trasporto.

La protesta

Giovanni Riccardi, segretario generale Filt Cigl di Como, precisa: «La linea Como – Rho ha registrato diverse aggressioni in questo ultimo periodo. C’è una presenza di viaggiatori legati allo spaccio di stupefacenti che non siamo nuovi a denunciare. Siamo a fianco della lavoratrice e chiediamo che siano prese misure di tutela del personale. Una tra queste potrebbe essere quella di dotare i capotreni delle bodycam, le telecamere a infrarossi agganciate sulla divisa dei lavoratori che permettono di trasmettere in tempo reale (lo scarto è di circa 4 secondi) le immagini riprese alla centrale operativa Potrebbero essere l’occhio per interventi e denunce immediati. Nel frattempo ho già preso contatti per aprire una tavola rotonda sul caso con le altre rappresentanze sindacali comasche».

Trenord in tutto ciò si dice vicino alla collega aggredita e ribadisce gli aggiornamenti sulla vicenda: «La capotreno ha subito un’aggressione da parte di un passeggero. Sono immediatamente intervenuti due operatori della funzione security e, grazie alla collaborazione di un capotreno di un treno successivo, è stato possibile incrociare le informazioni per identificare il presunto aggressore. I due funzionari della security hanno assistito la nostra capotreno durante le visite in ospedale, dove le sono stati riconosciuti 10 giorni di prognosi. Tutte le informazioni raccolte sulla vicenda sono state consegnate alle Forze dell’Ordine per il proseguimento delle indagini su cui né l’azienda né il personale possono fornire ulteriori dettagli».

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