La mamma del calciatore
«Il mio Andrea, un ragazzo d’oro»

Tante persone alla camera ardente in palestra hanno espresso vicinanza e affetto ai genirori e alla sorella del giovane calciatore morto per un aneurisma «Tu, un guerriero sempre leale». Rinviato da domani a martedì il funerale al campo sportivo

Era un ragazzo perfetto, forse troppo per durare. E in un lampo ci è stato portato via, senza che si possa trovare una ragione». A Elisa Crea, la mamma di Andrea Rinaldi, si illuminano gli occhi mentre parla del figlio, scomparso a 19 anni appena a causa di un aneurisma cerebrale. Calciatore cresciuto nella Primavera dell’Atalanta e in questa stagione in forza al Legnano, in serie D, dopo essere passato anche dal Como, dal Mezzolara e dall’Imolese. Piedi buoni e un futuro carico di promesse da mantenere. Il calcio tutto quanto, dalle squadre in cui ha militato alle compagini di serie A, si è stretto intorno a lei, al papà Domenico e alla sorella minore Giulia.

Gli abbracci negati

Ieri è stata aperta la camera ardente nella palestra Malacarne, in via Montale. È il giorno del dolore e dovrebbe essere il giorno degli abbracci, per cercare di lenirlo. Ma l’emergenza Covid-19 si porta via anche questo conforto. Sempre a causa dell’emergenza sanitaria è stato disposto il rinvio del funerale di Andrea Rinaldi, che si sarebbe dovuto tenere domani alle 15.30 al vicino centro sportivo, per salutarlo per l’ultima volta lì dove ha tirato i primi calci al pallone, ha sottolineato il sindaco Luciano Pizzutto. Il grande afflusso di persone previsto, però, sarebbe stato incompatibile con le misure in vigore. Da qui la decisione, in accordo con la famiglia, di posticipare le esequie a martedì alle 15.30, nello stesso luogo. Sempre con rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che verranno fissate nel prossimo dpcm in arrivo, visto l’allentamento delle restrizioni dal 18 maggio in poi. Confermata la decisione di proclamare, per il giorno dei funerali, il lutto cittadino.

L’omaggio in palestra

La camera ardente resterà aperta oggi dalle 9 alle 23 e domani dalle 9 alle 14. Davanti alla bara chiara ricoperta di fiori bianchi sfilano incessantemente amici e conoscenti con gli occhi lucidi. Sul coperchio la sciarpa del Legnano, e Andrea indossa proprio la tuta dei lilla per il suo ultimo viaggio. La mamma, Elisa, racconta il giorno in cui la vita del figlio s’è spezzata: «Venerdì mattina era stato al lavoro. Stava facendo il tirocinio per essere iscritto all’albo dei Geometri e poi poter lavorare nell’impresa del padre, se le cose fossero andate come dovevano. Nel pomeriggio si è messo a fare un po’ di allenamento in giardino. Ad un tratto si è sentito male, sono scesa e ho capito subito che aveva bisogno d’aiuto».

Il racconto mamma Elisa

La chiamata al 118, il trasporto all’ospedale di Varese. Ma, ammette, i medici da subito avevano detto che c’erano davvero poche speranza. Lunedì mattina alle 8.45, Andrea se n’è andato. Non aveva ancora nemmeno 20 anni, ma, prosegue la madre «era un professionista in quello che faceva, era più grande rispetto alla sua età. Un ragazzo maturo, un guerriero ma sempre leale, nonostante quello che si possa pensare di un ambiente competitivo come quello del calcio».

Inizia da bambino proprio a Cermenate, poi ha trovato la sua strada. Sempre con la famiglia accanto, che lo accompagnava orgogliosa ad allenamenti e partite. In tanti oggi lo ricordano con parole generose, che suonano sincere e non di circostanza. «In questo momento – continua – mi sto rendendo conto di quanto bene abbia fatto a tutte le persone che ha conosciuto». È toccato a lei, all’ospedale di Varese, spronare gli amici in lacrime a non cedere al dolore, a dire loro che lui, da lassù, li guiderà. «Sarebbe stato un bravo padre, ne sono certa – aggiunge – Voleva formarsi una famiglia. Un ragazzo d’oro, di ragazzi così non ce ne sono più».

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