La montagna va di moda
Ma serve più prudenza

I numeri delle stazioni Lario Occidentale e Dongo, che fanno entrambe capo al Soccorso Alpino. Sessanta interventi con 4 morti: «Maggiore prudenza»

La prudenza non è mai troppa, soprattutto in un contesto sempre irto di insidie come quello della montagna. Il vecchio adagio popolare dovrebbe sempre guidare chi per motivi diversi (dal trekking alla caccia all’escursionismo ai sempre motivati fungiatt) si reca in quota.

Non solo escursionismo

I dati degli interventi effettuati nel 2019 dalla stazione Lario Occidentale e Ceresio e dalla stazione Dongo - entrambe fanno capo alla XIX Delegazione Lariana del Soccorso Alpino - rappresentano la prova provata che le creste della dorsale occidentale del lago e delle valli adiacenti sono sempre più ambite, con un aumento, negli ultimi anni, di turisti che optano per la classica gita in montagna. Conseguenza diretta questa del boom di presenze sul Lario.

Lo scorso anno, le due stazioni hanno effettuato complessivamente 60 interventi su 335 censiti dalla XIX Delegazione Lariana. Quattro gli incidenti mortali: il primo a Castiglione d’Intelvi il 24 maggio, con una donna di 48 anni precipitata per 80 metri durante un’escursione, il secondo in Comune di Livo (13 giugno), con un turista australiano di 60 anni morto facendo canyoning in Val di Bares.

Per quanto concerne l’episodio, purtroppo con esito mortale, di Castiglione d’Intelvi, va rimarcato il fatto che per la prima volta - sulla sponda occidentale del Lario - il Soccorso alpino ha potuto contare sul prezioso supporto del volo notturno dell’elisoccorso del 118 della Soreu dei Laghi. Terzo incidente mortale il 18 luglio in Alta Valle Intelvi, con un escursionista di 74 anni di Concorezzo precipitato per una trentina di metri (alle ricerche ha partecipato anche la svizzera Rega).

Quarto incidente mortale il 15 settembre a Sorico, con un esperto cacciatore del posto, morto precipitando in un dirupo mentre cercava di recuperare un cervo. «E’ stato un anno impegnativo. I protocolli di soccorso sono rodati e prevedono, fattore importante, anche diverse giornate di addestramento» afferma Lorenzo Peschiera, capo-stazione della stazione Lario-Occidentale e Ceresio del Soccorso Alpino. In questo contesto, una citazione la merita l’esercitazione tra la stazione Lario Occidentale e Ceresio del Soccorso Alpino e la squadra forra (scuola regionale) che si è tenuta lo scorso 16 giugno all’interno di un contesto impegnativo come il torrente Perlana (Ossuccio). Esercitazione in cui sono stati simulati due-tre eventi diversi tra loro relativi a persone con traumi da evacuare dalla stretta gola del Perlana, trasferendoli poi verso una zona sicura.

Professionisti al lavoro

La stazione di Dongo è guidata da Christian Ferrario. «La montagna va affrontata con cognizione di causa. Va rimarcato, come concetto generale, il fatto che una formazione di base - una scuola Cai piuttosto che facendo riferimento a delle guide alpine - aiuta a prevenire incidenti e situazioni di pericolo», sottolinea ancora Lorenzo Peschiera. La stazione Lario Occidentale e Ceresio e la stazione di Dongo contano rispettivamente 40 e 22 tecnici. In base alle statistiche fornite dai due capi-stazione, gli incidenti in montagna sono aumentati negli anni, se si esclude il 2017. Un dato su tutti: 10 anni fa le due stazioni insieme non superavano i 40 interventi.

Un’altra sottolineatura, inevitabilmente, riguarda le condizioni meteo: in quota, in questo periodo, la neve si trova sopra quota 1700 metri e la combinazione caldo fuori stagione e gelo notturno ha contribuito a rendere particolarmente insidioso il manto, con un uno strato di ghiaccio che non promette nulla di buono. Massima attenzione dunque.

© RIPRODUZIONE RISERVATA