La Svizzera rinuncia ad AstraZeneca
Ai Paesi poveri cinque milioni di dosi

Sulla decisione potrebbe aver pesato anche il caso della ragazza ligure

È stato il domenicale di lingua tedesca “SonntagsZeitung” a rilevare che il governo di Berna ha deciso di rinunciare in via definitiva all’utilizzo del vaccino AstraZeneca, peraltro in stand by da tempo nella vicina Confederazione per via delle richieste di ulteriori approfondimenti inoltrate da Swissmedic, che ad oggi non hanno ancora portato all’omologazione definitiva, passo necessario per procedere alla somministrazione delle dosi. Eppure lo scorso ottobre, Berna aveva acquistato 5,3 milioni di dosi di AstraZeneca. Ma lo stop all’omologazione ne aveva ritardato l’utilizzo. E ora che Swissmedic potrebbe finalmente omologare anche questo vaccino, il governo federale sembra aver cambiato rotta.

“SonntagsZeitung” parla di calo di popolarità del vaccino AstraZeneca e su questa decisione (in attesa di conferma ufficiale dall’esecutivo guidato da Guy Parmelin) potrebbero aver pesato anche le notizie rimbalzate dalla vicina Italia, con il caso della diciottenne di Sestri Levante morta di trombosi. Ufficialmente, però, la motivazione che ha portato allo stop delle somministrazioni - sempre al netto della procedura di omologazione, ancora in essere - è un’altra, ovvero Berna avrebbe deciso di donare l’intero quantitativo di vaccini AstraZeneca al programma “Covax”, chiamato poi a redistribuire i vaccini ricevuti in base alle necessità dei Paesi più poveri.

«Ma la campagna di vaccinazione prosegue comunque a passo spedito», ha fatto sapere il governo federale, che il 23 giugno sarà chiamato a dare il via libera definitivo all’ultimo step di riaperture, a cominciare dalle discoteche.

Sul fronte dei contagi, il Ticino con 32,72 casi ogni 100 mila abitanti resta il Cantone meno colpito dalla pandemia. Nelle ultime 24 ore, l’Ufficio di Sanità cantonale ha annunciato un solo caso, con un solo paziente ancora ricoverato negli ospedali cantonali.M.Pal.

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