Lago basso, rieccoci
E a Cremia cede
persino il pontile

Entrano 52 metri cubi, ne escono 100 e il livello scende: undici centimetri nell’ultima settimana. Danni alle sponde e le accuse: «Nessuno interviene»

Ci risiamo. In dieci giorni il lago è passato da una situazione di relativa tranquillità all’ormai abituale e per certi versi spettrale colpo d’occhio fatto di sabbia, sassi, pietrisco e rive che ogni giorno guadagnano nuovo terreno.

Il perché è presto spiegato: solo nell’ultima settimana, il lago ha lasciato sul campo qualcosa come 11 centimetri e il trend è ormai proiettato verso il basso, anche se per domani è prevista pioggia.

Ieri nel Lario - che a metà pomeriggio si attestava a meno 8,4 centimetri sotto lo zero idrometrico - entravano 52 metri cubi d’acqua al secondo e ne uscivano 100,2. Lago basso significa anche (nuovi) danni. Nelle ultime ore, il sindaco di Cremia, Diego Manzi, ha firmato un’ordinanza di divieto assoluto di accesso al pontile galleggiante ubicato lungo la passeggiata a lago.

Pontile che - come si nota dalla foto - ha ceduto sotto i colpi del lago basso. Ora si cercherà di porre rimedio in tempi stretti a questa nuova e imprevista situazione.

«Mi spiace ripetere i soliti concetti. Il tema di fondo è sempre lo stesso: a monte e a valle si fa business e noi continuiamo a pagare i danni. Mi chiedo come sia possibile che questa mancanza di rispetto per chi vive e lavora sul lago e con il lago continui senza che nessuno intervenga in maniera decisa», sottolinea l’ex sindaco di Cremia, Guido Dell’Era, che più volte in passato - da primo cittadino - ha preso carta e penna chiedendo un intervento diretto delle istituzioni e dell’Autorità di Bacino.

I casi

Ma non si tratta dell’unica situazione preoccupante. A Lenno, sul lungolago Delmati, la riva guadagna centimetri ogni giorno. E’ successo più volte in questi anni, ma ieri il colpo d’occhio era davvero poco rassicurante. Anche a Tremezzo, il muro di sostegno di un tratto della Regina ha di nuovo messo a nudo buchi o meglio crateri che non lasciano presagire nulla di buono. Ormai è chiaro che in mancanza di una guida politica (alla guida vi è un presidente facente funzioni), il Consorzio dell’Adda prosegue in beata solitudine la gestione “in proprio” del livello del lago.

«In questo momento, anche il nostro territorio deve affrontare in maniera decisa un tema di stretta attualità, quello delle ripercussioni in campo turistico e imprenditoriale legate al Coronavirus. Oggi più che mai deve passare un messaggio rassicurante per tutti, ma certo poi non vanno trascurati aspetti locali, come l’immagine che viene data a chi qui viene in vacanza. Come è possibile che i Comuni non abbiano alcuna voce in capitolo, pur chiedendolo da anni, su un tema che li riguarda direttamente? - si chiede ancora Guido Dell’Era -. Spero che qualche risposta prima o poi arrivi».

Le misure

Non va dimenticato che in due distinte occasioni - nell’ultimo anno e mezzo - il lago ha toccato addirittura quota meno 33,5 e quota meno 32,5 sotto lo zero idrometrico. Il che significa distese di sassi e pietrisco come mai in passato. Senza dimenticare le darsene a secco, pur pagando ogni anno i rispettivi proprietari i relativi canoni demaniali. Una puntualizzazione: se negli ultimi due mesi, praticamente senza pioggia, il lago non ha completamente alzato “bandiera bianca” è perché sono stati immessi dagli invasi alpini circa 150 milioni di metri cubi d’acqua. Ma non sempre è possibile bussare alla porta degli invasi alpini, anche perché ad oggi gli invasi hanno a disposizione soltanto un terzo della loro capacità totale.

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