L’ultima del Comune
Il dormitorio in affitto

L’assessore: «Non resta che rivolgersi ai privati, lo faremo». Resta la spaccatura con la Lega. Locatelli: «Contrari a nuovi spazi»

L’assessore al Patrimonio Francesco Pettignano sta cercando una casa già ristrutturata da circa 30 posti letto anche in affitto per aprire in fretta un centro d’accoglienza.

Ma la Lega, primo partito di maggioranza, non ci sta.

In città i centri d’accoglienza sono al completo, con 300 ospiti e una trentina in lista d’attesa. Como ha bisogno di una nuova struttura per i senzatetto tanto più che dalla prossima primavera via Sirtori, con i suoi 90 posti, chiuderà battenti.

Il sindaco Mario Landriscina ha chiesto aiuto senza successo ad una ventina tra enti e associazioni. Secondo il vescovo Oscar Cantoni il Comune deve fare la sua parte, la Chiesa del resto gestisce già tutte le strutture dedicate ai bisognosi. «Noi la nostra parte la vogliamo fare – assicura Pettignano -. Siamo sensibili al tema dei senzatetto. Solo che non abbiamo al patrimonio qualcosa che faccia al caso. Non ci sono immobili pronti. Per ristrutturare bisogna prima fare un progetto, mettere i soldi, cambiare la destinazione d’uso, fare il certificato antincendio, togliere il bene dall’elenco delle cessioni. Servono tempo e risorse. E poi comunque per l’accoglienza serve uno stabile con docce, grandi spazi, saloni. Anche l’ultima proposta, il pian terreno di una palazzina pubblica in via Colonna, si è rivelata non adatta». L’unico ente che ha risposto all’appello di Landriscina è l’Asst che ha messo sul piatto il San Martino, ma riqualificare l’ex ospedale psichiatrico è un’impresa. «Potremmo rivolgerci anche ai privati per trovare qualcosa di temporaneo in affitto – dice l’assessore – una soluzione tampone, una trentina di posti. Un luogo che non edbba essere ristrutturato. A giorni dobbiamo proporre delle soluzioni».

Tutti d’accordo in maggioranza? «No, per noi aprire un nuovo dormitorio è un errore - ribatte Alessandra Locatelli, l’ex vice sindaco, Lega -. Porterebbe in città altri clandestini. Da ex assessore ai servizi sociali e da esponente della Lega io ribadisco che il Comune per i senzatetto fa già abbastanza. A bilancio sul tema spendiamo un milione all’anno. Spenderne ancora significherebbe sottrarre risorse ad altre fragilità. Ricordo poi che il dormitorio di via Napoleona gestito dalla Caritas è pubblico. E per quanto riguarda il tendone dell’emergenza freddo siano i privati e le associazioni a trovare un terreno per un eventuale trasloco».

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