Magistri, da lunedì tutti sui banchi
La preside: «Basta didattica a distanza»

La scelta della scuola: «Linee guida chiare, bisogna privilegiare le lezioni in presenza» - Intanto alla scuola “Starting work” va in quarantena la classe di uno studente positivo al Covid

È un anno sulle montagne russe quello della scuola comasca, fra isolamenti fiduciari, lezioni in presenza e a distanza. Per esempio, se da una parte c’è un’altra classe comasca in quarantena, dall’altra un istituto decide di riportare tutti in aula.

Uno studente di seconda della Starting Work, asintomatico, è risultato positivo al tampone (il contagio non è avvenuto a scuola). Di conseguenza, da ieri, la classe è in quarantena. «Abbiamo comunque cominciato l’anno scolastico in modalità mista – spiega il preside Stefano Alborghetti –. I docenti e gli studenti sono abituati, quindi il passaggio per quella classe alla formazione a distanza per due settimane non ci sconvolge. Ogni giorno, effettuiamo una sanificazione accurata dei locali».

Da lunedì, alla Magistri, si torna tutti in classe. Dopo tre settimane di lezioni in presenza e a distanza, alla scuola di Lazzago si è deciso per proseguire con le attività didattiche solo in aula, come fanno da inizio anno Da Vinci Ripamonti e Pessina.

«In questo periodo – spiega la preside Laura Francesca Rebuzzini – abbiamo testato le procedure per la sicurezza, dando il tempo agli studenti e al personale di sperimentarle, apprenderle e acquisirle. Siamo soddisfatti del risultato, poiché le disposizioni sono state rispettate e non sono emersi problemi». Inoltre, l’amministrazione provinciale ha appena sistemato tre aule, consentendo all’istituto d’avere tutti gli spazi a disposizione, cui si aggiungeranno i laboratori, agibili dalla prossima settimana.

Nella circolare firmata dalla dirigente, si chiede di proseguire con attenzione, «come fatto finora, nel rispetto delle procedure relative alla sicurezza, in particolare durante gli ingressi, le uscite e gli intervalli». Vale a dire: distanziamento fisico, igiene frequente delle mani, utilizzo della mascherina. La gestione dell’intervallo sarà mantenuta su due turni: dalle 10.55 alle 11.10 per metà delle classi e dalle 11.10 alle 11.25 per l’altra metà, a settimane alterne. Preoccupazione per un possibile aumento dei contagi? «A scuola – precisa Rebuzzini - abbiamo spazi grandi, di conseguenza possiamo rispettare il distanziamento. Poi, abbiamo predisposto altri locali per le sezioni più numerose. Del resto, come dicono le linee guida del ministero, la didattica a distanza deve avere un ruolo marginale. Anche il collegio docenti ha ritenuto prioritario seguire la strada delle lezioni in presenza: al momento, non ci sono motivazioni stringenti per fare il contrario».

Intanto, fa “preoccupare” il gel disinfettante inviato dal Governo alle scuole cittadine. Nei giorni, scorsi, in un istituto comprensivo di Udine, si è verificato un caso di uno studente positivo al Covid. I controlli fatti dal dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria hanno trovato un problema proprio al gel: secondo le analisi, non ucciderebbe il virus. Il problema è che il prodotto sarebbe quello fornito direttamente dal ministero, nella persona del commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri. Il Miur, tramite una circolare, ha chiarito come il gel rispetti tutte i parametri necessari. Dall’istituto comprensivo Como Rebbio, per maggiore sicurezza, è stata comunque chiesta all’Ats una verifica sul prodotto.

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