Medici vittime del Covid
Le assicurazioni non pagano

Secondo le compagnie il coronavirus non dev’essere considerato come infortunio sul lavoro. La vedova: «Nessun risarcimento per mio marito morto»

Le assicurazioni non riconoscono il Covid come infortunio sul lavoro, le famiglie dei medici di medicina generale morti in primavera non verranno risarcite. Specialisti, infermieri, terapisti o dentisti che lavorano a contratto nel pubblico o nel privato e si sono ammalati prendendo il virus da un paziente possono ricevere l’assicurazione dall’Inail, come invalidità o come sostegno alla famiglia in caso di decesso. Al contrario i medici di famiglia, ma anche i sanitari a libera professione, non ricevono alcuna ricompensa.

Vedove senza rimborsi

«No, non abbiamo ricevuto nulla dallo Stato, dall’ente di previdenza dei medici e nemmeno dall’assicurazione – racconta Roberta Balducci, moglie del dottor Luigi Frusciante, già medico a Monte Olimpino – C’era una “clausola Covid”, ma non eravamo coperti perché la malattia all’inizio era sconosciuta e l’ha portato via davvero in fretta». Frusciante faceva ancora il medico dello sport. «Non sono preparata su assicurazioni e previdenza – dice Anna Lanati, vedova del dottor Giuseppe – ma mio marito anche se in pensione lavorava ancora come pneumologo e di polmoniti in quel periodo ne ha viste tante. È probabile che abbia incontrato la malattia facendo il suo mestiere».

Solo gli operatori infettati sul lavoro assicurati all’Inail sono tutelati, tutti i medici sono esclusi al pari dei pediatri o dei farmacisti.

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