Meghan e Sharon, nate premature
«Il nostro grazie ai medici del Sant’Anna»

Nate premature a febbraio, pesavano 440 e 740 grammi: domani anche la più piccola tornerà a casa - I genitori commossi: «Grazie a neonatologi e infermieri del Sant’Anna, sarete sempre parte della famiglia»

Como

Sharon e Meghan sono due gemelline nate a febbraio, quando ancora non era il momento. Hanno deciso di farsi vedere quando mamma Gessica era ancora alla 26esima settimana di gestazione, per l’esattezza a sei mesi e 24 giorni.

La più piccola, al momento del parto, era Meghan, 440 grammi, meno di un pacco di spaghetti, ed era, sempre Meghan, la ragione per la quale al Sant’Anna s’è deciso di anticipare la data: «Non cresceva - dice mamma Gessica -, non si alimentava correttamente. E partorire in anticipo sarebbe stato l’unico modo per salvarle entrambe». Sharon, invece, stava meglio, o quantomeno: pesava 745 grammi, tanto che poi sarebbe stata la prima a essere dimessa, dopo 92 giorni di permanenza nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale comasco.

Il finale è quanto di più lieto si possa immaginare: domani, infatti, dopo 133 giorni di ricovero, anche Meghan potrà tornare a casa, a Cantù, per ricongiungersi a mamma e papà - che per la verità non l’hanno mai lasciata neppure per un istante - e dalla sua sorellina.

«Dopo la nostra esperienza - scrivono ora i genitori in una bella lettera inviata a La Provincia - desideriamo ringraziare tutto il personale medico e infermieristico della Terapia intensiva neonatale dell’ospedale “Sant’Anna” (...), dal profondo del cuore tutto il personale che opera quotidianamente in questo meraviglioso reparto: il profilo di elevate capacità e l’altissimo livello di specializzazione che lo contraddistinguono fanno di questa realtà un simbolo di eccellenza sanitaria, e noi di questo siamo stati testimoni sin dal primo istante, convinti come siamo che la professionalità si esplichi non solo nelle competenze tecnico-professionali, ma anche, e non di meno, nell’attenzione agli aspetti emotivo-relazionali». «Non dimenticheremo mai tutto quello che abbiamo ricevuto in quei giorni di sofferenza, attesa, timore - proseguono mamma Gessica e papà Salvatore -: la dedizione assoluta, l’umanità profondissima, l’amore incondizionato di ognuno di loro verso tutti i piccoli angeli “custoditi” nelle cullette, avvolti dalla tenerezza e dalla dolcezza di occhi attenti, di mani sempre tese, di sorrisi luminosi, quasi a ricordare soprattutto a noi genitori che oltre il dolore può esistere una gioia più grande, una speranza di vita piena».

Sarà difficile che il tempo affievolisca il ricordo: «I neonatologi, gli infermieri, tutto il personale di questo splendido reparto faranno sempre parte della nostra famiglia: alle nostre bambine racconteremo sempre di loro, della tenerezza e della forza con cui ci hanno accompagnato in quei giorni, proprio come in una favola a lieto fine».

Infine Gessica rivolge un pensiero di gratitudine anche alla ginecologa Donatella Fossa: «Grazie per aver fatto nascere le nostre principesse e per essere stata la mia guida in tutte le fasi della gravidanza».

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