Miriam, da Brunate
a star della televisione

La giovane attrice tra le protagoniste del film di Rai1 dedicato alla vita della fondatrice dei focolarini. «È stata un’esperienza forte e bellissima»

Miriam Cappa, l’attrice ventitreenne di Brunate, ha dato vita al personaggio di Giosi Guella nel film “Chiara Lubich - L’amore vince tutto”. «Sono felice e onorata di aver dato corpo e voce a questa grande donna», dice Miriam a La Provincia dopo che il film di Giacomo Campiotti con Cristiana Capotondi nel ruolo di Chiara Lubich, la fondatrice nel 1943 del Movimento dei focolari, è stato trasmesso domenica in prima visione in prima serata su Rai 1.

Ascolti record perché davanti al piccolo schermo a seguire il film liberamente ispirato alla vita di Chiara Lubich e agli anni in cui nacque il del Movimento dei focolari, secondo i dati Auditel, c’era una media di 5.641.000 spettatori, con il 23 per cento di share. “Chiara Lubich” è stato il programma più visto della serata di festa.

«E’ stata un’esperienza bellissima – spiega Miriam, felice ed entusiasta – ho saputo di essere nel cast a marzo, poi il lockdown. Abbiamo iniziato a girare ad agosto a Trento. Questo film è stato girato in uno stato di grazia, davvero, con la pandemia in corso e con le tantissime scene corali e con molte comparse che ci sono è andato tutto bene. Facevamo il tampone ogni settimana, malgrado ciò si è creata un’armonia e un’unità con le compagne, molto vicina a quello che si racconta nel film - aggiunge Miriam - Aurora Ruffino e Cristiana Capotondi, attrici sicuramente più affermate, ci aiutavano sul set, erano al servizio se mancava il ritmo, o per risolvere la scena, erano sempre a disposizione».

Miriam Cappa in questi giorni è a Brunate, il suo paese, poi tornerà a Roma, dove vive. «In queste settimane in cui teatri sono chiusi spesso vado ai Fori Imperiali e faccio il mimo, torno alla strada, come nella commedia dell’arte – racconta Miriam – a distanza, con il mimo, riesco a far illuminare di gioia gli occhi dei bambini che si siedono a vedermi, distanti, ma collegati a me da una corda invisibile, senza attrezzi, tutto mimato, una magia. Ed anche le forze dell’ordine hanno compreso questa magia, tanto che mi hanno redarguito, ma poi lasciato finire il piccolo spettacolo». (Paola Mascolo)

© RIPRODUZIONE RISERVATA