Morto a 41 anni don Alessandro Zubiani
Sagnino in lutto: «Qui mai dimenticato»

Mancato improvvisamente a Sondrio, era stato vicario a Como e Cadorago «Punto di riferimento per tanti ragazzi». «Con lui l’oratorio ha vissuto un momento d’oro»

Sorpresa e sgomento hanno accompagnato, ieri pomeriggio, il passaparola che, anche sui social network, ha diffuso la notizia dell’improvvisa e prematura morte di don Alessandro Zubiani a soli 41 anni.

Il parroco della Comunità pastorale di Delebio, Piantedo, Andalo Valtellino e Rogolo è spirato all’ospedale di Sondrio, dove si trovava per degli accertamenti clinici. Don Alessandro era stato anche vicario a Cadorago (dal 2006 al 2008) e a Sagnino (dal 2008 al 2012). Appresa la notizia, il vescovo Oscar Cantoni, ha invitato ad affidare il sacerdote «alla misericordia del Signore perché lo accolga nella gloria dei santi».

Vocazione in oratorio

Originario di Sondalo, dove era nato il 26 gennaio 1980, don Alessandro era entrato nel Seminario vescovile di Como, sostenuto da papà Carlo, ingegnere, e da mamma Maria Giulia Ortelli. Ad accompagnare il cammino di don Alessandro anche il fratello Matteo e lo zio, monsignor Marco Zubiani, oggi prevosto di Ardenno, oltre che l’esempio di un prozio sacerdote, don Raffaele Zubiani, morto nel 1998.

Con sottile intelligenza e acuto spirito critico, don Alessandro è stato, negli anni della formazione, promotore di iniziative culturali, ma anche sportive o goliardiche.

L’impegno nel Comasco

Il 10 giugno 2006 è stato ordinato sacerdote dal vescovo Alessandro Maggiolini. All’inizio del suo ministero, don Alessandro fu per tre anni vicario parrocchiale a Cadorago, quindi trasferito col medesimo incarico a Sagnino, dove diede un forte impulso alla pastorale giovanile.

Una comunità scossa, quella di Sagnino, dove il sacerdote ha lasciato un ricordo indelebile soprattutto tra i ragazzi. “Don Zubia”, come veniva affettuosamente chiamato, ha saputo rilanciare l’oratorio grazie al suo carisma. Silvia Martinelli lo ricorda: «Sono crescita con lui e siamo sempre rimasti in contatto, anche quando è tornato in Valtellina. Abbiamo collaborato per il Grest di Delebio e nell’attività della pastorale giovanile. Per me è stato come un fratello maggiore. Mi ha trasmesso l’amore per l’oratorio e questo mondo, per tanti ragazzi è stato un punto di riferimento: ha saputo toccare gli animi dei giovani e ha risvegliato coscienze».

«Quasi non mi conosceva - è il commento commosso di Ottaviano Fucilli, uno dei tanti giovani, ora uomini e donne, cresciuti sotto l’ala di don Zubiani - e mi ha affidato per tre anni l’incarico di responsabile degli animatori per i campi estivi a Pedenosso: tutti coloro che l’hanno conosciuto possono dire che don Alessandro era un grande prete. Era un valtellinese doc, legato alla sua terra, molto schivo. Per i giovani ha fatto tanto, con lui l’oratorio ha vissuto un momento d’oro. Ha dato le chiavi a noi ragazzi: imponeva regole ferree e se si accettavano era pronto a lanciare la sfida di una responsabilità condivisa. Non le mandava a dire, né ai suoi senzatetto né alle persone benestanti. Ci prendevamo anche bonariamente in giro: io tifoso del Como, lui milanista sfegatato».

I ricordi dei parrocchiani

Una guida spirituale importante per tutta la comunità, come ricorda Sergio Micelli, volontario in parrocchia: «Ero legato a un gruppo di famiglie che lui ha accompagnato in un percorso di crescita: mi hanno sempre colpito l’attenzione e il tempo che ci ha dedicato. Ha saputo creare rapporti duraturi e relazioni forti: l’ho rivisto a Delebio, ci ha ospitati nella sua comunità. Ci è rimasto nel cuore e lo sarà per sempre».

Domani, presieduta dal vescovo, la liturgia funebre alle 14,30 nella chiesa di San Carpoforo a Delebio, trasmessa in streaming sul canale YouTube della Comunità pastorale.

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