Nelle case per vendere i rilevatori del gas
«Parlano di un obbligo, ma non è vero»

La denuncia di un cittadino: si è presentato come tecnico e ci sono avvisi sui portoni - L’amministratore: «Non aprite a sconosciuti. In caso di dubbi chiamate le forze dell’ordine»

Como

«È indispensabile che installiate i rilevatori di gas in cucina. Sarà presto obbligatorio». Claudio Villani, residente in zona stadio, riporta quanto si è sentito dire dal trentenne (l’uomo si è presentato come tecnico di un’azienda, ma senza mostrare il cartellino) che mercoledì mattina ha suonato al suo appartamento.

Il costo delle valvole? «Circa 270 euro l’una, con installazione immediata, da pagare contestualmente».

Una visita inaspettata, poche ore dopo aver visto sulla porta il volantino che avvisava dell’arrivo del personale «per la commercializzazione delle valvole utili a rilevare eventuali fughe di gas e monossido di carbonio».

Avvisato, l’amministratore del condominio ha inviato una mail ai residenti, «per comunicare che l’avviso lasciato dalla società non è stato autorizzato». Invitando quindi a «non aprire la porta a persone sconosciute e, in caso di dubbi, contattare le forze dell’ordine».

Villani ripercorre quei pochi minuti trascorsi in compagnia del tecnico. Che «non mi ha mostrato nessun tesserino». Né aveva un abbigliamento “di servizio”: «Indossava dei pantaloni tipo jeans, e aveva una cintura con gli attrezzi, presumo per installare gli apparecchi se avessi acconsentito». Con sé, un borsone dove «credo avesse i rilevatori».

Secondo quanto ricordato dal comasco, il signore («aveva modi gentili, affabili, mi ha subito chiesto se ci conoscessimo già»), sosteneva «che fosse indispensabile, e presto obbligatorio, installare in cucina due rilevatori di gas, perché richiesti dai vigili del fuoco». Per supportare le sue parole, aggiunge Villani, «mi ha mostrato uno scritto dal proprio smartphone, ma non ho potuto vedere quale fosse il sito da cui ha preso questa informazione».

La spesa per i due apparecchi, e l’installazione immediata, sarebbe costato complessivamente 540 euro alla famiglia comasca. «Il prezzo era di circa 270 euro l’uno. Me l’ha detto velocemente a voce, potrei sbagliarmi di un poco», aggiunge.

Ovviamente, Villani e la moglie hanno declinato l’invito. Motivandolo col fatto che preferivano pensarci prima di accettare. Al loro rifiuto, il trentenne, come ricorda il comasco, ha risposto che «dopo mi sarebbe costato di più, perché avrei dovuto pagare anche l’uscita». L’uomo e la moglie non hanno però ceduto. Il tecnico ha lasciato un volantino per eventuali futuri contatti.

Poco dopo, la moglie di Villani ha reso nota la vicenda all’amministratore del condominio, che ha prontamente informato tutti i residenti del fatto che l’avviso lasciato dalla società non fosse stato autorizzato. Inoltre, venerdì «abbiamo visto volantini identici - ha aggiunto Villani - sia in viale Rosselli che in via Garibaldi». E «andato velocemente su internet, ho visto alcuni passati casi analoghi».

A cui è seguita la decisione di rendere nota la visita ricevuta mercoledì. Soprattutto perché si è sentito dire che installare gli apparecchi fosse «indispensabile». Sull’eventuale obbligatorietà, il presidente degli Ingegneri di Como Mauro Volontè chiarisce: «I rilevatori? Non sono obbligatori».

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