Niente consegne, stop vaccinazioni
«Speriamo che sia solo una settimana»

Ats: «Ora molto dipende dall’ok alle dosi di AstraZeneca, previsto il 29» - Il piano prevede entro febbraio l’iniezione agli “over 80”, in seguito la fascia dai 60 in su

L’Asst Lariana ha vaccinato contro il Covid 10.755 soggetti con la prima dose anti Covid e 206 con la seconda.

Ma ora la campagna, in mancanza di nuove consegne, stenta a decollare. La prima fase delle vaccinazioni ha visto un taglio del 50% delle forniture questa settimana, e stando agli annunci anche la prossima le consegne saranno ridotte.

Per ora sono stati coperti i sanitari ospedalieri, i medici e soltanto alcune Rsa. I primi richiami sono partiti il 18 gennaio. «La cosiddetta “fase 1” è in svolgimento – ha spiegato Giuseppe Catanoso, direttore sanitario dell’Ats Insubria – Le consegne ridotte del vaccino Pfizer hanno imposto una frenata, per poter garantire i richiami, prima di estendere la platea delle persone da vaccinare. La riduzione delle forniture ci sarà con ogni probabilità anche prossima settimana, poi dovrebbe tornare a regime. Si sposta quindi di almeno una settimana il prossimo passo. Nella speranza che il 29 gennaio l’autorità europea approvi il vaccino di AstraZeneca, con un conseguente arrivo ingente sul nostro territorio del prodotto più opzionato dall’Italia. Così potremo procedere più serenamente». Per vaccinare chi? «Da febbraio l’indicazione è partire dagli “over 80” – ha detto ancora Catanoso – ultimando le vaccinazioni anche su quei sanitari non ancora coinvolti perché non ospedalieri o perché liberi professionisti. A seguire bisognerà coprire le categorie essenziali ed esposte al rischio, come le forze dell’ordine, carabinieri e vigili del fuoco. Dovendo però sempre dipendere dalle effettive forniture».

Per gli anziani giocheranno un ruolo chiave i medici di famiglia, i vaccini AstraZeneca sono più semplici da maneggiare dato che non necessitano come i vaccini Pfizer di temperature glaciali per la conservazione. I medici entro ieri dovevano dare l’adesione e secondo le prime stime dell’Ordine è molto alta.

Per vaccinare poi migliaia di persone al giorno l’Ats ha predisposto un piano su larga scala. Un piano comunque ancora lontano, da attuare se tutto dovesse filare liscio non prima di marzo. Siamo nel campo delle ipotesi. «La “fase 2” dovrà guardare a delle grandi strutture – così dice Catanoso – cioè centri vaccinali di massa. Se a Varese l’ipotesi più plausibile è Malpensa, a Como potrebbero esserci due strutture medie da 2.000-2.500 vaccinazioni al giorno. Sono in corso dei sopralluoghi. Bisogna badare anche alla conformazione del territorio e ai suoi bisogno, toccherà poi alla Regione decidere». Lariofiere e la caserma De Cristoforis le prime ipotesi.

Senza AstraZeneca comunque tutte queste possibilità resterebbero sulla carta. L’azienda ha dichiarato di avere già pronti grandi quantitativi, avendo iniziato da mesi la produzione.

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