«Niente lockdown a Como
Anziani, limitate le uscite»

Ieri l’incontro tra i sindaci dei capoluoghi e il governatore. Landriscina: «Fuori casa il meno possibile. E i giovani siano responsabili»

Nessun lockdown né in Lombardia né, tantomeno in provincia di Como. Almeno non nei prossimi giorni. È questo quanto emerso dalla riunione (in streaming) tra il presidente della Regione Attilio Fontana e tutti i sindaci dei Comuni capoluogo, convocata dopo il discorso di ieri mattina alla Camera del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. ma tutto verrà rivalutato dopo la formalizzazione dei provvedimenti da parte del Governo, che ha previsto anche misure diverse in base alle criticità regionali (e la Lombardia figura tra quelle con il maggior numero di casi).

In attesa di Roma

«Il governatore - hanno fatto sapere in una nota dalla Regione - ha fatto presente ai sindaci che alcune delle eventuali nuove restrizioni annunciate dal presidente del Consiglio sono già in vigore in Lombardia, come il 100% della didattica a distanza nelle scuole superiori, la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica e la limitazione oraria degli spostamenti» ma ha anche che «secondo quanto riferito dal Governo, verrebbero previste eventuali ulteriori misure restrittive graduali da concordare». Ma la Lombardia, come altre Regioni, ha chiesto provvedimenti nazionali. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha detto senza giri di parole che «non si ipotizza nemmeno lontanamente di andare verso un lockdown stile marzo e aprile e io lo condivido». Presente alla riunione, a distanza ovviamente, il sindaco di Como Mario Landriscina che parla della riduzione a livello nazionale del coprifuoco dalle 23 alle 21 e spiega che «è stato fatto un grande lavoro di analisi di tipo sanitario» chiarendo che oggi in Lombardia la situazione è simile in tutte le province, con Bergamo che ha i dati migliori, ma ne conosciamo la ragione. «Como è messa meglio di Milano, Varese e Monza» dice, ma tutto sommato, fa capire che le differenze non contano poi così tanto. Landriscina aggiunge che «la linea già adottata dalla Lombardia è quella che adesso sta seguendo il Governo, penso alla scuola». E poi fa un appello ai comaschi: «Gran parte del contagio oggi avviene in famiglia e il virus arriva da scuola o dal lavoro. Ecco che è il momento di tutelare le persone anziane, i nonni, che sono i più fragili. A loro chiedo di uscire di casa il meno possibile e di fare sempre attenzione alle mascherine e a mantenere le distanze. Ma chiedo anche ai più giovani di essere prudenti e e, paradossalmente, di tenere la distanza con i parenti più anziani. Dobbiamo usare senso di responsabilità». Un appello a tutti perché «possiamo anche perdere ancora questa scommessa».

Guerra: «Serve equilibrio»

Al vertice c’era anche Mauro Guerra, sindaco di Tremezzina e presidente regionale di Anci. «Il nuovo Dpcm - le sue parole - dovrebbe contenere per l’intero territorio nazionale misure già attuate in Lombardia, oltre ad alcune misure più restrittive, quali l’anticipazione dell’orario serale di limitazione della circolazione delle persone, la riduzione al 50% della capienza massima dei mezzi del trasporto pubblico, la chiusura di musei e mostre, oltre alla limitazione della mobilità interregionale». E ancora ha aggiunto che le ulteriori misure «non sono il lockdown di marzo» e che serve «equilibrio tra le diverse misure restrittive e quelle di contrasto e contenimento sul piano sanitario».

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