«Nonna, aiutami: ho bisogno di soldi»
Ma la telefonata è la solita truffa

Ennesima chiamata da numero anonimo, questa volta ai danni di una donna di Rebbio - All’altro capo del telefono una voce femminile fingeva di essere rimasta vittima di un incidente

Como

L’altra mattina - nonostante le segnalazioni, le denunce, gli articoli di giornale - sono arrivate nuove segnalazioni di tentativi di truffa al telefono, con il solito sistema che in passato, purtroppo, ha dato i suoi frutti: «Sono tua nipote, ho fatto un incidente, mi servono soldi. Aiutami».

L’ultima vittima dell’ ennesimo tentativo di raggiro è una signora di Rebbio, che ha subito segnalato il caso alla polizia locale. Non c’è cascata perché la tizia che l’ha contattata, e che in lacrime le implorava una mano, sosteneva di essere sua nipote, «mentre invece - dice lei - io ho un solo nipote, maschio, per parte di mio fratello». È bastato dirglielo, perchè quell’altra, che chiamava da un numero anonimo, chiudesse la comunicazione.

«È successo l’altra mattina - racconta la signora, impiegata nella pubblica amministrazione e tuttora alle prese con il cosiddetto smart-working -. Stavo lavorando quando è squillato il telefono di casa. Ho risposto senza accorgermi che si trattava di un numero sconosciuto, ché di solito, quando non riconosco chi chiama, evito anche di sollevare la cornetta. Insomma, mi risponde una giovane donna in lacrime, che sosteneva di essere rimasta vittima di un incidente e di avere bisogno di denaro. Quando le ho chiesto chi fosse, si è finta stupita: “Beh - mi fa - non mi riconosci? Sono tua nipote...”. A quel punto ho capito che si trattava di un tentativo di truffa e l’ho invitata a non chiamare più. Poi ho appeso. Naturalmente non l’ho più sentita».

La signora, dopo avere denunciato l’episodio ha fatto in modo di avvertire anche i suoi vicini di casa: «Molti sono anziani, per di più, loro sì, nonni o zii di nipoti femmine. Per questo ho temuto che qualcuno di loro potesse cascarci».

Non sarebbero gli unici, d’altra parte, se è vero, come è vero, che nelle ultime settimane questo genere di episodi si sono succeduti in tutta la provincia con una certa frequenza, fedele a un copione tipico dei mesi estivi, e se è vero, come è altrettanto vero, che in qualche caso le truffe sono andate anche a compimento.

Passano gli anni ma non cambia mai niente, anzi. C’è chi si ingegna e affina la tecnica, come nel caso dei finti carabinieri che qualche settimana fa svaligiarono un paio di appartamenti tra via Maurizio Monti e via Petrarca, in pieno centro città, dopo avere avvicinato le loro vittime per strada, avere mostrato loro un distintivo posticcio, e con esso anche una maglietta con la scritta carabinieri, ed essere così riusciti a farsi aprire la porta di casa per un sopralluogo in seguito a un fantomatico furto. Su quella vicenda - esauritasi con un bottino di preziosi per parecchie decine di migliaia di euro - sono ancora in corso le indagini da parte della polizia, nella speranza che si riesca quantomeno a individuare i colpevoli, se non a recuperare il maltolto, spesso i ricordi di tutta una vita.

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