Nuovo focolaio di contagi al Valduce
Sos affollamento ai Pronto soccorso

Sette pazienti positivi dopo il ricovero e tre sanitari contagiati in corsia - L’ospedale di via Dante “chiude” alle ambulanze, preallarme anche per il Sant’Anna

Pronto soccorsi affollati e reparti ancora in difficoltà, le ambulanze restano in coda oppure vengono deviate altrove. Non è tutta colpa del Covid, ma la pressione sugli ospedali di Como continua a salire.

Il Valduce senza più letti a disposizione ha issato bandiera bianca mercoledì chiedendo alle autorità sanitarie di fermare temporaneamente le ambulanze in arrivo, anche per un piccolo focolaio interno che ha coinvolto dei pazienti entrati negativi che si sono positivizzati in corsia.

Il Sant’Anna ieri mattina aveva più di una quarantina di pazienti in attesa al pronto soccorso generale con una struttura ormai satura e i mezzi dell’urgenza fermi fuori dalla porta.

«Visto il numero di ambulanze arrivate e di pazienti auto presentatisi all’ospedale Sant’Anna - fa sapere in una nota l’Asst Lariana - la direzione del pronto soccorso ha comunicato nel pomeriggio di oggi a Soreu Laghi, l’agenzia regionale emergenza urgenza, il sovraffollamento. Tale comunicazione non comporta la chiusura del pronto soccorso, ma costituisce un alert al sistema di emergenza urgenza del territorio».

Anche fuori provincia

L’Areu Lombardia spiega che le malattie tempo dipendenti, i casi gravi di infarto o ictus per esempio, sono sempre e comunque garantite, le porte del pronto soccorso devono restare aperte. La rete dell’emergenza però cerca di dirottare le ambulanze con i casi non così urgenti, traumi minori e ossa rotte, verso altri presidi ospedalieri meno affollati. Anche fuori provincia, visto che entrambi i pronto soccorsi cittadini versano nelle medesime condizioni. La colpa, come detto, non è tutta del Covid e il problema non è soltanto nei reparti d’emergenza. Sempre secondo l’Areu le chiamate per i casi positivi o sospetti tali non hanno subito un incremento così drammatico, c’è che in questo mese storicamente occorre gestire il numero massimo di pazienti tra riacutizzazioni e mali di stagione.

Anziani pluripatologici

Da diversi giorni il Sant’Anna è pieno, non ha letti liberi, proprio perché c’è un crescente numero di anziani pluripatologici le cui condizioni tendono a peggiorare tipicamente nel mese di gennaio. Non c’è una prevalenza netta dei casi Covid, meno della metà del totale, ci sono tanti normali polmoniti batteriche, incidenti stradali e sul lavoro.

«Stiamo cercando di fare il possibile – ha spiegato lunedì Roberto Pusinelli, il primario del pronto soccorso del Sant’Anna -, c’è la massima attenzione a soddisfare tutti i bisogni espressi dalla cittadinanza». A inizio settimana a San Fermo c’erano già una quarantina di pazienti in attesa da giorni sulle barelle con il pronto soccorso pieno e i reparti saturi. I casi Covid, pur essendo una minoranza, complicano la gestione degli ospedali perché sono lungo degenze, necessitano di percorsi diversi, di personale dedicato, di camere per l’isolamento, un fatto quest’ultimo che ha per esempio saturato le disponibilità del Valduce. Al nostro territorio servirebbero di sicuro più posti letto ospedalieri, sotto alla media nazionale e dei servizi per l’emergenza con più spazi e strumenti. Le comunicazioni di sovraffollamento date da Sant’Anna e Valduce sono in fase d’aggiornamento, la speranza è che nelle prossime ore l’emergenza rientri nella normalità.

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