Nuovo lungolago, arredi da progettare
Il Comune ordina di abbattere il chiosco

Il bar “Al Molo” non è previsto nel progetto finale e dovrà essere smantellato a cura degli attuali gestori - I quali però si oppongono: «Andremo in tribunale»

Como

Con l’arrivo del nuovo lungolago bisognerà procedere all’abbattimento del chiosco “al Molo”.

È quanto ha stabilito la giunta con una delibera datata 10 giugno, nella quale si stabilisce di «procedere alla rimozione del chiosco a spese del titolare della concessione scaduta, quale facoltà esercitabile da contratto». L’area è da liberare, si legge negli atti, «anche in considerazione della necessità di ridefinire l’assetto complessivo del lungolago dopo il completamento dei lavori di difesa idraulica in corso da parte di Regione Lombardia». Ultimate le paratie il Comune deve arredare la nuova camminata.

La società “Al Molo” ha in concessione il chiosco bar dal 2003 e paga un canone di circa 13mila euro all’anno sulla base di un accordo scaduto nel 2017. Il rinnovo non è stato concordato, il bene doveva tornare nelle disponibilità di Palazzo Cernezzi, ma i concessionari hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo, ricorso che nel 2019 è stato però respinto. Prima di riprendere possesso del chiosco il Comune ha chiesto l’autorizzazione all’Agenzia del demanio in quanto proprietaria del suolo, autorizzazione poi ottenuta. Oggi, secondo Palazzo Cernezzi, i tempi sono maturi per rimuovere il chiosco anche in vista della riqualificazione del lungo lago. Il punto è che i gestori del bar la vedono diversamente, e hanno già mosso i primi passi in vista di un contenzioso.

«I concessionari del chiosco sono venuti a sapere del cambio di indirizzo dell’amministrazione indirettamente – spiega l’avvocato Vincenzo Latorraca -. Erano convinti che la concessione venisse a breve rinnovata. Sono sconcertati. Abbiamo già scritto formalmente per chiedere chiarimenti e per svolgere tutti gli approfondimenti del caso. Per sapere ad esempio come mai sia cambiata la decisione e per valutare un’eventuale opposizione in ambito giudiziario. L’espressa volontà di continuare nella gestione del chiosco e la repentina scelta di abbatterlo tradiscono quanto meno la noncuranza dell’amministrazione nei confronti dei miei assistiti».

Il bene però è pubblico, la concessione è scaduta e non è stata rinnovata, secondo Palazzo Cernezzi perciò ci sono gli estremi per sacrificare il chiosco anche per completare la nuova futura passeggiata a lago.

«C’è anche un canone di concessione sempre pagato puntualmente – ribatte l’avvocato – e i lavori alle paratie che dal 2008 a oggi non hanno certo agevolato il lavoro del bar e dunque la concessione del manufatto».

Da Palazzo Cernezzi su tema c’è cautela. Gli esponenti della giunta non prendono direttamente posizione.

Attraverso l’ufficio comunicazione l’amministrazione si limita a dire che a breve verrà predisposta un’ulteriore delibera sul tema. Fintanto che la questione non verrà sanata comunque non si procederà con la demolizione.

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