«Pallanuoto, caos documenti»
Ma il Comune resta a guardare

Sulla gara per la piscina di viale Geno spuntano dichiarazioni contraddittorie. Nell’esposto depositato in Procura si accusa: molti atleti indicati come agonisti non lo erano

Nell’esposto sull’enorme pasticcio (perché di questo si tratta, da qualunque parte la si guardi) della gara per l’aggiudicazione della piscina di viale Geno, ci sono due realtà contro cui l’autore della denuncia (il consigliere di minoranza Alessandro Rapinese) punta il dito: la Pallanuoto Como, colpevole - a suo dire, ancorché nell’esposto alleghi in effetti parecchi documenti ufficiali - di aver reso dichiarazioni non corrispondenti alla verità (che è una causa di decadenza, a leggere gli atti del Comune); nonché la stessa amministrazione comunale, colpevole di aver ignorato quelle discrepanze per quasi due anni e, quando finalmente si sarebbe accorta che occorrevano ulteriori accertamenti, ha deciso ugualmente di procedere con l’aggiudicazione della sede (salvo mettere poi le mani in avanti: potremmo farla decadere in caso di dichiarazioni non riscontrate).

Gli elenchi degli atleti

L’ultimo colpo di scena sul tema del caos documenti, e in particolar modo sulla questione del numero degli atleti agonisti dichiarati da Pallanuoto Como e Crocera Stadium di Genova da una parte, e da Como Nuoto dall’altra, sarebbe l’esistenza, agli atti di gara, di elenchi di nominativi di tesserati della società che si è aggiudicata la sede (la Pallanuoto Como) che sarebbero in contraddizione tra loro. Addirittura vi sarebbe un elenco che, se non fosse frutto di un errore materiale, potrebbe anche finire per smentire altri documenti sempre presentati dalla società vincitrice. Potenzialmente facendo scattare la clausola “mani in avanti” del Comune.

Nell’esposto si accusa la Pallanuoto Como di aver “gonfiato” l’elenco degli atleti agonisti per poter ottenere un punteggio favorevole vincere la gara. Tesi, questa, respinta dall’avvocato Roberto Rallo, legale della società: «Le parole contano nei bandi, da nessuna parte è scritto che gli elenchi in questione dovessero riguardare “tesserati agonisti” bensì i tesserati che hanno svolto attività agonistica. Cosa molto differente».

La Federazione Italiana Nuoto, va detto, prevede tesseramenti differenti tra categorie diverse: sia per questioni di età (gli under 11 non possono essere agonisti) sia di iscrizione (di solito al primo anno gli atleti vengono iscritti come “propaganda” e non “agonisti”).

La replica di Giovanni Dato

Sulla presenza di documenti in parte contraddittori e, in parte, sottoposti a ulteriori controlli perché considerati non così esaustivi dagli stessi uffici comunali, il presidente della Pallanuoto Como, Giovanni Dato, preferisce non commentare: «Posso solo dire, in questa fase, che nella maniera più serena attendiamo l’esecuzione della sentenza definitiva del consiglio di Stato, che ci ha dato ragione e ha detto che abbiamo vinto la gara. Tutto il resto è in mano all’avvocato Rallo».

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